Il governo del Bangladesh ha annunciato nelle scorse ore un aumento dei salari minimi per i lavoratori che operano nelle fabbriche tessili, di abbigliamento. Nel dettaglio si è passati dai precedenti 75 dollari mensili agli attuali 113, per una crescita quindi del 56 per cento. La decisione è giunta dopo una serie di proteste da parte degli stessi operai ma è stata comunque respinta in quanto ritenuta non congrua rispetto alle richieste. Il ministro statale per il Lavoro e l’Occupazione, Monnujan Sufian, ha annunciato l’aumento del salario minimo a seguito di una riunione del comitato salariale fra il governo e i rappresentati delle fabbriche e dei lavoratori, spiegando che la nuova misura entrerà in vigore a partire dal prossimo 1 dicembre.



Una decisione che è stata accolta in maniera critica dagli addetti ai lavori secondi cui gli industriali dovrebbero fare ben di più in favore dei lavoratori, proponendo un aumento quindi più consistente. In Bangladesh sono settimane che gli operai del tessile stanno protestando, anche in maniera violenta, chiedendo un aumento al salario minimo mensile di 208 dollari, una somma che viene ritenuta giusta ed equa dagli stessi lavoratori che hanno manifestato per le strade, hanno bloccato le fabbriche e si sono scontrati con le forze dell’ordine.



BANGLADESH, AUMENTO SALARIO MINIMO PER LAVORATORI TESSILE: 113 DOLLARI AL MESE. L’ULTIMO AUMENTO NEL 2018

Le proteste sono scattate dopo che l’Associazione dei produttori ed esportatori di abbigliamento del Bangladesh ha messo sul piatto un aumento solo del 25 per cento del salario mensile, portandolo a 90 dollari. Alla fine centinaia di fabbriche di abbigliamento hanno chiuso i battenti per via del fatto che gli operai sono scesi in piazza a protestare.

L’ultimo aumento salariale è stato effettuato nel 2018 e i lavoratori lamentano il fatto che se non facessero straordinari non arriverebbero a fine mese. Kalpona Akter, presidente della Bangladesh Garment and Industrial Workers Federation, ha spiegato che i lavoratori sono “estremamente frustrati” a seguito di una proposta definita irrisoria. Il settore del tessile in Bangladesh è il secondo al mondo dopo la Cina con circa 3.500 fabbriche e 4 milioni di lavoratori.