Si fa sempre più incandescente il tessuto delle proteste antigovernative in Bangladesh, dove nelle ultime ore, secondo le agenzie di stampa, si sarebbero registrate decine di morti nei violenti scontri tra forze di polizia e dimostranti. Una situazione resa ancora più esplosiva dall’attesa marcia degli studenti verso la capitale Dacca, prevista a breve, mentre monta la preoccupazione delle organizzazioni internazionali per il rischio di una incontrollabile escalation di tensioni pronta a sfociare in un ulteriore bagno di sangue.
Finora, durante le manifestazioni organizzate dagli studenti contro le regole di assunzione nella pubblica amministrazione – ritenute discriminatorie da chi manifesta contro il governo – sarebbero morte almeno 300 persone e i feriti sarebbero oltre 400. I rappresentanti dei movimenti studenteschi in tumulto chiedono le dimissioni della premier 76enne Sheikh Hasina, al potere dal 2009 ed eletta per il quarto mandato consecutivo a gennaio.
Proteste antigovernative in Bangladesh: cosa sta succedendo
Le proteste antigovernative in Bangladesh si sono estese a tutto il Paese e nelle prossime ore i dimostranti avrebbero in programma una marcia su Dacca. Il clima intorno al governo di Hasina è sempre più rovente e il fronte dell’opposizione alle quote lavoro del pubblico impiego riservate per il 30% a familiari dei veterani della Guerra di liberazione del 1971 intende proseguire nella sua lotta. L’accusa, ricostruisce LaPresse, è quella di voler privilegiare i sostenitori dell’attuale premier il cui partito, Lega Awami, guidò il movimento indipendentista.
Le ultime settimane di protesta hanno registrato una situazione sempre più violenta che ha visto il governo disporre anche la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. Ue e Onu, nel condannare l’eccessivo uso della forza contro i manifestanti, hanno già espresso forte preoccupazione per un mosaico di eventi e reazioni dall’esito potenzialmente ancora più drammatico. Finora, il bilancio degli scontri violenti che si consumano in Bangladesh, con una recrudescenza in atto dalla fine dello scorso luglio, conterebbe decine di morti e feriti. Centinaia di migliaia di manifestanti nelle piazze annunciano una campagna di disobbedienza civile da portare avanti fino alla caduta del governo di Sheikh Hasina.