LA FUGA DELLA ORMAI EX PREMIER HASINA DAL BANGLADESH: LASCIA UN PAESE DEVASTATO DALLE PROTESTE E DAI QUASI 300 MORTI IN DUE MESI

Alla fine la Premier Hasina in Bangladesh non ha retto l’onda d’urto delle proteste che da giugno insanguinano le strade di Dacca (e non solo): la figlia del fondatore del Bangladesh moderno, Sheikh Mujibur Rahman, giunta al suo quarto mandato consecutivo dopo la contestatissima vittoria alle ultime Elezioni politiche, si è dimessa questa mattina non prima di fuggire in India. Ad annunciare la fuga di Hasina è il capo dell’esercito, il generale Waker-Uz-Zaman, che ha già dichiarato che nelle prossime ore provvederà ad instaurare un governo militare “ad interim” per fermare le proteste e al contempo chiamare le Elezioni generali.



Dopo l’annuncio delle dimissioni, i manifestanti che da giorni protestano contro la “riforma” sulle quote del lavoro pubblico (che di fatto riserva più posti di lavoro molto remunerativo per alcuni gruppi di potere vicino al Governo Hasina) sono entrati nel palazzo della Premier a Dacca, celebrando la vittoria sull’esecutivo contestato di aver portato il Bangladesh sotto un regime di corruzione, oltre che responsabile di aver ucciso almeno 300 persone tra civili e manifestanti nei violentissimi scontri con la polizia. Dalle prime informazioni in arrivo dall’india, l’ex Premier Hasina è atterrata poche ore fa nella città indiana di Agartala, nell’area nord-orientale del grande Paese confinante in fuga dal palazzo presidenziale dopo giorni di “assedio” per lo “stato di emergenza” scelto dalla stessa Hasina e imposto per diverse settimane, tra coprifuoco e rete internet staccata.



“INSEDIATO GOVERNO MILITARE AD INTERIM”: COSA SUCCEDE ORA NEL BANGLADESH POST-HASINA

«Formeremo un governo ad interim dopo le dimissioni della Premier Sheikh Hasina»: così racconta alla tv nazionale del Bangladesh il leader dell’esercito Waker-Uz-Zaman, promettendo la fine delle violenze e nuove Elezioni presidenziali ancora da definire. Il tempo dirà se la giunta militare seguirà effettivamente le promesse fatte in queste ore o se si instaurerà un nuovo regime dal “pugno di ferro”, sebbene diverso dai gruppi di potere ininterrottamente alla guida del Bangladesh negli ultimi 15 anni.



«Il Paese ha molto sofferto, l’economia è stata colpita, molte persone sono state uccise. E’ tempo di porre fine alla violenza», ha promesso il generale aggiungendo che se la situazione dovesse migliorare in breve ora con le dimissioni di Hasina, «non ci sarà bisogno di ricorrere allo stato d’emergenza». L’esercito promette infine indagini per tutti gli omicidi commessi durante questi 2 mesi di proteste, chiedendo però con un appello accorato ai movimenti studenteschi di interrompere le manifestazioni di protesta: «Adesso il compito degli studenti è di restare calmi e di aiutarci».

Da tempo ONUI e Unione Europa premevano sulla Premier Hasina affinché aprisse al dialogo con gli universitari e i civili che chiedevano più equità nelle riforme sul lavoro, consiglio mai ascoltato dalla ex Presidente che ha sempre governato con il pugno di ferro il Paese a prevalenza musulmana da oltre 170 milioni di cittadini. Gli arresti senza processi o prove effettive, gli omicidi politici e gli scontri violentissimi con larga parte della comunità civile potrebbero ora “stopparsi” definitivamente, o peggio, esplodere ancora di più con le manifestazioni che già sono state convocate per le prossime ore nella capitale ora “liberata” dalla presenza della Premier Hasina.