Un nuovo studio di Bankitalia, condotto da due economisti e pubblicato per la collana “Temi di discussione della Banca d’Italia“, ha analizzato i dati sulle compravendite immobiliari nel periodo 2016-2019, incrociando il numero dei rogiti, delle visite agli appartamenti e dell’interesse dei cittadini all’acquisto di una nuova casa, con le temperature medie del periodo. La conclusione è stata che con il caldo ci sono state decisamente meno dinamiche nel settore, con un calo delle ricerche online e di conseguenza anche delle attività delle agenzie immobiliari.



Secondo la ricerca quindi, al superamento dei 25 gradi, si può notare un grande rallentamento, ma non solo, le poche richieste sarebbero state soprattutto orientate verso appartamenti con clima più fresco, cioè con più finestre, più spazi aperti, o dotati di aria condizionata. Il cambiamento climatico quindi influenzerebbe notevolmente il mercato, e secondo gli economisti questo rappresenta un punto di svolta per il futuro, portando i potenziali acquirenti a scegliere immobili progettati per resistere al caldo estremo, e sarebbero pronti a pagarli molto di più al metro quadro.



Bankitalia “Acquirenti più ricchi sceglieranno ‘case green’ e più fresche”

Secondo gli esperti di Bankitalia, l’interesse per l’acquisto di un immobile diminuirebbe al raggiungimento di una certa soglia di temperatura, che come si afferma nello studio, è stata fissata a 25 gradi. Inoltre, nell’analisi di mercato, come riporta anche il quotidiano La Verità, si fa intendere che gli acquirenti in futuro saranno sempre più portati ad avere interesse per appartamenti che garantiscono una “sicurezza climatica“.

Acquirenti più ricchi e potenzialmente più colti potrebbero essere più consci dei cambiamenti climatici e guidare il cambio di preferenze verso le case climatic safe già osservato sul mercato“. Quindi in pratica Bankitalia sostiene che “Chi ha più soldi sceglierà le ‘Case Green’ portando ad un deprezzamento di tutte le altre“. Il caldo infatti condizionerebbe anche il prezzo, perchè, in base alla diminuzione delle visite, delle richieste e anche dei click sui siti con annunci immobiliari, di conseguenza, come indica lo studio “Ogni giorno caldo in più in un mese, condurrebbe ad una diminuzione dei prezzi al metro quadro dello 0,2%“.