ALLARME DI BANKITALIA SUL PNRR: “ENTRO IL 2026 MANCANO 375MILA LAVORATORI”

Un paradosso purtroppo di forte “tradizione” italiana: i soldi dall’Europa arrivano anche (in questo caso dal PNRR) ma in qualche modo spesso non siamo in grado di spenderli al meglio. Segnatamente all’ultimo allarme lanciato da Bankitalia, il problema ora riguarda i fondi per il Recovery Plan che vede cifre molto importanti per sviluppare i progetti e le opere necessarie per il rilancio dell’Italia: tutto bello, peccato che mancano gli operai e i lavoratori per “metterli a terra” tali progetti.

La cifra diffusa dallo studio di Bankitalia (a firma Gaetano Basso, Luigi Guiso, Matteo Paradisi e Andrea Petrella) è quota 375mila: mancano operai, informatici, consulenti legali, esperti in ricerca e sviluppo, in quasi 400mila mancano appunto all’appello per poter soddisfare appieno la richiesta minima sul fronte PNRR e grandi opere da rinnovare. Entro il 2026 l’offerta di lavoro nella fascia 15-69 anni si contrarrà di circa 630 mila persone e per questo almeno ne servirebbero 375mila per provare a soddisfare appieno l’impulso dato dai fondi Ue all’occupazione per il PNRR.

LA PROPOSTA DI BANKITALIA SULL’ATTRAZIONE DEI MIGRANTI FINALIZZATI AL LAVORO

Le ricette per aumentare l’occupazione sono difficili da attuare in tempi brevissimi, ammette Bankitalia: «Investimenti significativi in politiche attive» e «flussi migratori consistenti» sono i temi cardine su cui insiste l’analisi dello studio commissario da Ignazio Visco. In particolare, servono «politiche migratorie finalizzate all’attrazione di personale qualificato»: attenzione però, se 95 mila lavoratori in più potranno essere colmati a breve proprio con l’integrazione di personale straniero, (e si potrà farlo con tempestivi interventi di formazione) ben più difficile la sfida per esperti professionali e qualificati su qualifiche più alte.

«Figure professionali qualificate con competenze analitiche», scrive lo studio di Bankitalia diffuso in questi giorni, a cominciare da 27.700 informatici in più definiti decisamente necessari alla richiesta sempre maggiore delle Pubblica Amministrazioni. Servono poi anche 30.600 esperti di gestione del personale, 16.600 esperti di ricerca e sviluppo: il panorama attuale, conclude Banca d’Italia, è di una «perdurante emigrazione di italiani laureati e flussi in ingresso di stranieri caratterizzati da bassi livelli di istruzione». Per questo serve invertire la rotta, serve «una formazione tecnica specifica acquisibile in tempi ristretti».