Da ottobre, Pietro Barabaschi guiderà il piano per costruire il reattore sperimentale nel sud della Francia nel progetto ITER, dedicato alla fattibilità della fusione termonucleare quale fonte di energia pulita. “Un esperimento, un progetto e una sfida senza precedenti, che unisce gli sforzi di migliaia di scienziati e ingegneri. Se riusciremo a risolvere i tanti problemi scientifici e tecnici che ci restano davanti, e se poi riusciremo a rendere questa tecnica economica, allora penso che avremo abbondanza di combustibile per rendere la fusione possibile“ ha raccontato lo scienziato a Repubblica.
Il funzionamento dovrebbe partire dal 2035, ma Barabaschi non conosce ancora le tempistiche precise: “Sono stato appena nominato e devo capire le cause dei ritardi e problemi che hanno intralciato il progresso finora. Dopo, potrò rispondere”. Del progetto, fa parte anche la Russia: “Iter è un punto di incontro anche fra nazioni che hanno forti scontri politici. È in una certa misura un punto fisso di pace. Dall’inizio del conflitto siamo riusciti a continuare a ricevere forniture dalla Russia, che sono arrivate via camion attraversando l’Europa. Ci sono stati ritardi, ma nulla di significativo. Il contributo più importante della Russia a Iter, il magnete superconduttore ad anello, si trova a San Pietroburgo, in attesa di una nave per il trasporto”.
Barabaschi: “L’energia nucleare rimane una componente importante”
Il nuovo Governo italiano, che vedrà alla guida Giorgia Meloni, potrebbe promuovere anche l’energia nucleare. Sulle pagine di Repubblica, Barabaschi spiega: “Ogni sorgente di energia ha pro e contro. Nulla è senza problemi. Dal mio punto di vista l’energia nucleare rimane una componente importante, insieme alle rinnovabili, per arrivare all’eliminazione graduale della nostra dipendenza dai combustibili fossili. Penso che si debba investire sulle tecnologie consolidate e nello stesso tempo sul futuro. Fissione e fusione nucleare possono essere realizzate in due scale di tempo completamente diverse e andrebbero perseguite in parallelo”.
Il progetto di ITER ha tempi di realizzazione molto lunghi, così che molto probabilmente saranno le generazioni future a vederne i frutti. Lo scienziato Barabaschi racconta: “Questo avviene anche in tanti altri settori della ricerca. Io personalmente lo trovo una motivazione in più. Spero di contribuire a creare delle condizioni migliori per i nostri figli. La ricerca energetica d’altra parte è essenziale per il benessere delle generazioni future”.