“Me la ricordo come Mary Poppins, Dentro casa un ciclone”. Così Barbara Boncompagni, figlia del celebre Gianni, racconta al Corriere della Sera come, quando aveva solo 5 anni, Raffaella Carrà iniziò la sua convivenza con il padre. “Avevamo in comune anche il fatto che lei da bambina era stata abbandonata dal padre, noi dalla madre”, ha ricordato la maggiore delle tre figlie di Boncompagni, che per 11 anni è stato il compagno della Carrà. Barbara ricorda un rapporto “di grande complicità” con la donna che ha considerato come una madre. “Con me in particolare, che poi ho proseguito la mia strada nel mondo dello spettacolo, è stata una maestra. – ha aggiunto – Sin da ragazzina mi portava con lei in tournée, potevo vedere il modo in cui si preparava. Era dotata di una grande serietà, ma anche di grande leggerezza, non faceva mai pesare le sue scelte.”



La figlia di Gianni Boncompagni ricorda il rapporto con Raffaella Carrà

Proprio per il suo lavoro, così impegnativo quanto appagante, Raffaella Carrà “ha sacrificato la possibilità di diventare madre. – ha spiegato Barbara Boncompagni, ammettendo che – Non ha avuto figli perché, quando era molto giovane, diceva che un figlio non si può mettere in valigia e portarlo con te in giro per le piazze, non ha senso… Quando poi, intorno ai 40 anni, si sentiva più matura e pronta ad accettare la maternità, la natura le disse: no, carina, non decidi tu, decido io…”. Barbara ricorda Raffaella come una donna “riservatissima”, che non amava esporre i suoi affetti e sentimenti. Conclude con il suo ultimo ricordo della Carrà: “Se ne è andata da signora, quale era. In rigoroso silenzio. Non me la posso immaginare vecchia e malata, Raffa ha lasciato un’immagine di sé assolutamente perfetta. Se potessi ancora dirle qualcosa, le direi: quanto bene ti voglio”.

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