Barbara Bouchet, ospite del programma radiofonico I Lunatici, in onda su Rai Radio 2, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, ripercorre la sua incredibile carriera rivelando anche alcuni retroscena della sua avventura negli Stati Uniti dove, se non avesse detto un “no” sarebbe potuta diventare una star di Hollywood. Barbara Bouchet racconta di aver cominciato a fare cinema dopo aver vinto un concorso. La scelta di partire per inseguire il suo sogno, tuttavia, l’ha portata a litigare con il padre che, nonostante fosse consapevole della sua bellezza al punto da averle fatto una marea di fotografie, non accettava la sua scelta di diventare un’attrice. Il tempo, però, ha dato ragione a Barbara Bouchet che, con la sua bellezza, la sua serietà e il suo talento ha lavorato con i più grandi del cinema. Una carriera che avrebbe potuto regalare ulteriori successi alla Bouchet che, tuttavia, ha rischiato di essere distrutta per aver detto “no all’avvocato della mafia”.



BARBARA BOUCHET: “SONO SCAPPATA DA HOLLYWOOD, DISSI NO ALL’AVVOCATO DELLA MAFIA E LUI…”

Barbara Bouchet è una delle attrici più belle del mondo del cinema. Con il suo fascino ha fatto sognare milioni di uomini, compreso anche l’avvocato della mafia che la minacciò di distruggerla nel momento in cui lei rifiutò le sue avances. “Ho incontrato un provolone americano” – racconta Barbara Bouchet a I Lunatici – “io sapevo chi era e quando l’ho rifiutato lui ha giurato che mi avrebbe distrutto la carriera. Mi sono informata ed effettivamente poteva farlo. Lui era l’avvocato della mafia, mi ha spaventata talmente tanto che ho fatto la valigia e me ne sono andata da Hollywood”, spiega la Bouchet ricordando l’episodio accaduto prima che arrivasse in Italia. “Sono scappata da Los Angeles e sono andata a New York dove mi hanno ingaggiata per fare un film in Italia e dall’Italia non me ne sono più andata”, aggiunge l’attrice. La Bouchet, poi, parlando del MeToo, riconoscere l’importanza del movimento, ma aggiunge: “l’unica cosa sulla quale non sono d’accordo è denunciare tutto dopo trent’anni. Se lo devi denunciare, lo devi fare subito”, conclude.

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