L’attrice Barbara Chichiarelli, che recita in “The Good Mothers” (vincitrice del “Berlinale Series Award”) e il cui volto è comparso in alcuni film d’autore, come “La dea fortuna” di Ferzan Özpetek e fiction e serie tv come “La compagnia del cigno”, “1994” e “Suburra”, si è raccontata ai microfoni di “Io Donna”, speciale del “Corriere della Sera”. La 38enne ha innanzitutto rivelato di avere fatto il suo primo spettacolini a due anni, mentre in età scolastica ha più volte indossato i panni della Madonna, visti i suoi colori chiari. E dire che i suoi genitori non sono artisti: “Mia madre lavorava alla Asl, mio padre in azienda, però hanno entrambi un propensione per l’arte – ha precisato Chichiarelli –. Mamma ci ha sempre portato a ogni tipo di mostra e papà, che sa fare tutto con le mani, creava per me e le mie sorelle minori tanti giochi”.
Nel suo passato ci sono anche alcuni trascorsi da assicuratrice, anche se dopo poco tempo Barbara Chichiarelli capì che la sua vocazione era la recitazione. Tuttavia, “mi sono definita attrice solo dopo due anni che recitavo in Suburra, quando sono riuscita a vivere del mio lavoro, e anche durante le riprese della serie ho continuato a lavorare nei locali come bartender”. Però “ho sempre l’ansia di non essere all’altezza. Per fortuna si sta bilanciando negli anni, perché il nostro lavoro deve andare di pari passo con la crescita personale, e oggi mi sento più tranquilla: non perché mi ritenga più brava, ma perché in qualche modo mi accetto per quella che sono”.
BARBARA CHICHIARELLI: “IL MIO OBIETTIVO? ESSERE FELICE”
Nel prosieguo del suo intervento su “Io Donna”, speciale del “Corriere della Sera”, Barbara Chichiarelli ha reso noto che, artisticamente, il suo obiettivo è quello di essere felice, non di vincere un Oscar: “Nel mio lavoro è importante coltivare i rapporti umani, lo studio, la lettura. Gli attori sono investigatori, antropologi, sociologi, il nostro volto deve raccontare qualcosa che ha esperito, i nostri occhi riflettere ciò che hanno visto”. Sul set non ha mai ricevuto avances o molestie, “forse perché mi presento come neutra, né uomo né donna: un essere umano, appunto. E questo fa uno strano effetto, secondo me, a uomini e donne. Incute rispetto”.
In futuro, a livello professionale, “vorrei anche occuparmi un po’ di politica attraverso il mio mestiere. Lavoro con l’ineffabile, con una materia che non c’è: la costruisco, la smonto, la rimonto, ed è un privilegio non indifferente. Fare il lavoro che ti piace si avvicina all’idea di felicità. Finora non ho grandi rimpianti: i periodi bui della mia vita li ho cancellati”.