Il botta e risposta tra Barbara d’Urso e Pupo, con tanto di replica della conduttrice Mediaset e scuse del cantautore toscano, ha fatto scendere in campo anche il giornalista e scrittore Giampiero Mughini. Dopo aver appreso della faccenda tramite le pagine di Dagospia, Mughini ha scelto proprio il portale di Roberto D’Agostino per dire la sua sulla vicenda nuovamente tirata in ballo nel corso dell’ultima puntata del Grande Fratello Vip, e prontamente respinta da Barbara d’Urso. La questione sarebbe sempre la stessa: un presunto flirt tra la conduttrice Mediaset e il cantante di “Gelato al cioccolato” che però la prima ha sempre negato ed ora, più o meno, anche Pupo. Per Mughini, la vicenda si riassume semplicemente come “Tizio e Caio che racconta di avere avuto una storia ricca di faccende di letto con Tizia e Caia. E gran litigi e gran schiamazzi di Tizia e Caia che dicono di no, che non poteva essere, che quell’uomo era troppo “piccolo” per lei”. Il giornalista tuttavia sarebbe rimasto allibito “degli uni e delle altre”. In particolare sarebbe rimasto sconvolto dalla superficialità con la quale un aspetto di vita privato possa essere sbandierato o affidato ai media, vantandosene anche.



BARBARA D’URSO VS PUPO, MUGHINI DICE LA SUA

Commentando l’ultimo gossip tirato fuori da Pupo e relativo alla presunta – e poi smentita – storia con Barbara d’Urso, Giampiero Mughini tra le pagine web di Dagospia ha commentato: “Allibisco che qualcuno possa raccontare le sue cose private e strombazzarle e vantarsene, quelle cose private che stanno nascoste e silenti in fondo alla nostra anima e alla nostra memoria, e che per nessuna ragione al mondo dovrebbero venire alla superficie”. Al tempo stesso aggiunge: “Allibisco di tanta volgarità e che una tale volgarità irrompa talmente alla superficie del nostro attuale schiamazzo massmediatico. Mai e poi mai e poi mai il più minuscolo particolare della mia vita personale lo affiderei a un giornale o a un canale tv, mai e poi mai”. E pensando alla sua vita privata Mughini rammenta come durante una relazione con una ragazza durata sette anni, non ne avrebbe mai fatto parola neppure con un amico fraterno. “Forse lo avrei fatto sotto tortura o forse avrei fatto come il libraio parigino Pierre Brossolette che agguantato dai tedeschi e torturato a lungo, appena intravide un varco si scaraventò giù dal quarto piano a morire pur di non svelare i nomi e gli indirizzi dei suoi compagni della Resistenza francese”, dice. E per il fatto di non aver mai rivelato alcun dettaglio della sua vita privata, ogni mattina sa di potersi guardare allo specchio “talmente lieto di quello che vedo”.

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