Non è così frequente trovare oggi coppie che siano felici e innamorate da quasi mezzo secolo, ma fortunatamente non mancano le eccezioni. Basti fare l’esempio di due personaggi noti come Barbara Palombelli e Francesco Rutelli, che sanno sostenersi a vicenda nonostante abbiamo entrambi lavori decisamente impegnativi. I due si sono giurati amore eterno nel 1982 con rito civile, mentre hanno celebrato il rito in Chiesa solo dieci anni dopo.



A renderli ancora più uniti c’è la bella famiglia che sono riusciti a costruire. I coniugi hanno avuto un soo figlio naturale, Giorgio, nato nel 1982. Successivamente hanno poi deciso di adottare ben tre figli crescendo tre ragazzi in difficoltà: si tratta di Francisco, arrivato nel 1993, e delle due sorelle Monica e Serena (la seconda ha partecipato al ‘Grande Fratello Vip’), arrivate nel 2000.



Barbara Palombelli e Francesco Rutelli: oggi è amore ma una volta..

Oggi Barbara e Francesco non hanno dubbi sulla solidità del loro amore, ma almeno all’inizio questa non era l’opinione di entrambi. L’ex sindaco di Roma, infatti, non sembrava convinto che la storia con quella che poi è diventata sua moglie potesse durare: “Sembrava un fidanzamento occasionale, che dovesse durare poco ha raccontato lui a Serena Bortone, ospite di ‘Oggi è un altro giorno’ -. Per stare 40 nni insieme bisogna condividere il più possibile”.

I due non amano però essere al centro dell’attenzione, come dimostra la scelta fatta in occasione delle nozze. Il rito civile, infatti, si è tenuto in Campidoglio ed è durato lo stretto necessario. Nessuno di loro ha nemmeno sentito l’esigenza di organizzare un servizio fotografico per l’occasione: “C’era un amico che ha comprato la macchinetta usa e getta ma non la sapeva usare e non è venuta nemmeno una foto del nostro matrimonio. La formalità non ci fa impazzire. Ci siamo sposati per sancire un legame ma la cerimonia non era primaria per noi. Il viaggio di nozze? Abbiamo lasciato la macchina e siamo andati a piedi a vedere alcuni dei posti più belli del mondo”. Quella per loro era infatti solo una formalità, che non doveva essere pubbliczzata.