Barbie istiga al suicidio. Detta in questi termini, parrebbe un’insensata battaglia contro uno dei simboli immarcescibili e sempreverdi dell’infanzia di miliardi di bambine disseminate in tutto il pianeta. Se contestualizzata alla città di Milano, invece, questa notizia assume un significato totalmente diverso e decisamente più puntuale, anche e soprattutto alla luce di quanto accaduto nel capoluogo lombardo nelle ultime ore, dove due street artist, di nome Hogre e Double Why, hanno affisso alcuni manifesti, poi rimossi dopo le numerose critiche ricevute, che immortalavano l’iconica bambola sormontata dalla scritta “Suicide” al posto del tradizionale logo.
Non solo: lo slogan “Stupisci i tuoi followers con un’uscita di scena mozzafiato” era davvero da brividi, così come il kit di “accessori” forniti insieme a questa ipotetica Barbie: un bambolotto in lacrime, coltelli, una pistola e un flacone di “Barbieturici“. Un accostamento davvero forte e azzardato che, come detto in precedenza, non è stato esente da critiche da parte di molti residenti milanesi, ma anche di numerosi utenti social.
BARBIE VERSIONE SUICIDIO: CHOC A MILANO
I manifesti fucsia di Barbie versione suicidio sono stati peraltro rivendicati dai due artisti sopra menzionati, che hanno apposto le rispettive firme su di essi e linkato il sito stealthisposter.org, su cui è attualmente ancora possibile visionare le immagini di quest'”opera”, pubblicate anche sui profili Instagram di Hogre e DoubleWhy, quasi in modo provocatorio. Secondo questi ultimi si tratterebbe unicamente, come riporta “Il Fatto Quotidiano”, di subvertising, ovvero di uno stravolgimento, seppure forte, del messaggio pubblicitario originario. Non si tratterebbe, peraltro, di un unicum all’interno delle loro carriere: Hogre, in particolare, era stato denunciato a Roma per vilipendio della religione. Non sono mancati, infine, i commenti che rimarcano l’esigenza, in un periodo storico come questo, di porre un freno a questo tipo di messaggi, che potrebbero indurre qualcuno a prenderli troppo sul serio.