Anche Barbie ha vissuto come tutte noi donne gli effetti della quarantena sulla sua “pelle”. Tonya Ruiz, ex modella californiana, ha deciso di presentare una sua personale reinterpretazione della bambola della Mattel realizzando una serie di scatole composite, le Quarantine Barbie pubblicate come stories su Instagram e che mostrano il mito di molte bambine durante varie fasi del lockdown. Si passa così da Barbie Binge watching a Barbie Home Salon fino a Barbie didattica a distanza. C’è però una versione destinata a far discutere: è la Barbie che esce dalla quarantena con la grande necessità di correre dal parrucchiere e dall’estetista. Tonya Ruiz, oggi felicemente nonna, come riferisce Il Messaggero ha spiegato da dove nascono le parodie delle sue bambole e in merito ha raccontato: “Ho sempre voluto fare delle parodie delle Barbie. Così quando è iniziata la quarantena ho pensato di poter fare una Barbie come me, con i leggings, ma un po’ curvy e intenta a mangiare snack, perché era esattamente ciò che stavo facendo. Così le Quarantine Barbie sono diventate famose perché le ho usate come commento comico sulla mia esperienza di quarantena”. Quella però che ha destato maggiore attenzione è la Barbie con baffi e vistosi peli sulle gambe, versione che ha fatto storcere il naso anche a Sara Manfuso, opinionista tv vista in vari programmi – da Mattino 5 a Dritto e Rovescio – nonché presidente dell’associazione IoCosì.
BARBIE QUARANTINE, LE CRITICHE DI SARA MANFUSO
Per Sara Manfuso, come riporta un comunicato ospitato da Dagospia, la Barbie in versione quarantena con baffi e peli sulle gambe è “una occultata celebrazione del maschilismo: rappresenta la donna che non sa farsi bella per se stessa (che poi si tratta di usare una spazzola e un rasoio) ma solo quando esce di casa per incontrare il maschio alfa”. La Manfuso non ha apprezzato per niente la parodia della classica Barbie ed anzi ha tuonato: “Con quel paio di baffi e le gambe da cui sembrano spuntare gli aculei di un riccio, “Barbie Quarantine” non celebra la donna comune e la sacrosanta libertà di essere se stessa ma incarna il maschilismo più bieco”. Per l’opinionista questa bambola è la rappresentazione della donna che “si fa bella” non per se stessa ma solo per gli altri “essendo la prima a concepirsi come oggetto del soddisfacimento altrui, anche solo se estetico”. Sara contesta “l’esagerazione grottesca di una donna che non sa prendersi cura di se e che, quando lo fa, lo fa per rincorrere l’approvazione altrui” e al tempo stesso osserva come anche in quarantena, ciascuna donna non ha ovviamente potuto usufruire dei servizi di parrucchieri ed estetisti “ma una spazzola e un rasoio da barba in casa li abbiamo tutti, anche Barbie Quarantine!”.