Quattro ragazzi delle scuole medie, la cui effettiva età non è stata resa nota, hanno vandalizzato la chiesa di Noci, in provincia di Bari. A rendere noto l’accaduto è stato il priore della Confraternita di Maria Ss. Addolorata, nonché custode e responsabile della Chiesa del Carmine, Gregorio Gabriele, che ha condiviso sul suo profilo Facebook una foto delle videocamere di sorveglianza, promettendo che sarebbero stati presi provvedimenti. Dopo un breve periodo di silenzio, la chiesa di Bari è stata vandalizzata il 10 ottobre, lo stesso priore ha dichiarato di aver incontrato gli autori del gesto e i suoi genitori, che si sarebbero caldamente ed onestamente scusati, placando la sua ira.
Chiesa vandalizzata a Bari: cosa è successo
Insomma, a raccontare della chiesa vandalizzata a Bari dai ragazzi delle scuole medie è stato il priore e custode della stessa, sottolineando che si è trattato di “un fatto davvero increscioso“. Racconta che “un gruppo di quattro ragazzi provenienti dalla scuola media Gallo (usciti anticipatamente a causa di un’assemblea sindacale) sono penetrati all’interno della Chiesa del Carmine e l’hanno letteralmente dissacrata e vandalizzata” per oltre mezz’ora, sottolineando la sua intenzione di andare quello stesso giorno nella scuola Gallo per parlare con studenti e docenti.
“I cari ragazzi”, racconta ancora il priore parlando della chiesa vandalizzata a Bari, “si sono divertiti a divellere le porticine dei tabernacoli, bestemmiare pesantemente, salire e scendere dalla cantoria (mettendo a rischio la loro incolumità), ballare, denudarsi, cospargere il pavimento di gel igienizzante, manomettere l’organo (il più antico di Noci), gettare rifiuti in chiesa e dar fuoco al lucernario, rischiando una catastrofe a causa della presenza in loco di stoffe infiammabili. Voglio capire cosa li ha spinti ad assumere questo comportamento discutibile e spericolato”. Poco dopo, però, Gregorio Gabriele ha anche raccontato di aver incontrato i ragazzi che hanno vandalizzato la chiesa a Bari, “percependo e sentendo dalle loro voci sincero rammarico e disponibilità al ravvedimento. Posso assicurare che nei ragazzi non c’era alcuna intenzione di vilipendio alla religione né di sacrilegio. È stato chiaramente un errore”, sottolineando che la Confraternita “non ha chiesto né ricevuto alcuna riparazione in denaro, seppure i genitori si siano resi disponibili”.