Dopo il famoso ‘miracolo di Natale’ dello scorso anno, nella mattinata di oggi un neonato è stato trovato morto nella stessa culla termica della parrocchia di Bari intitolata a San Giovanni Battista che nel 2023 salvò la vita ad una bimba lasciata dai genitori: un sistema già rodato e che serve – appunto – a garantire ai genitori in gravi difficoltà di poter affidare i loro neonati alle cure degli assistenti sociali nel completo anonimato; ma che in quel di Bari sembra non aver funzionato correttamente per ragioni che sono attualmente al vaglio degli inquirenti accorsi sul luogo anche con una squadra della polizia scientifica.
Facendo innanzitutto un passetto indietro, non è chiaro quando il neonato – un maschietto attorno al mese di vita, avvolto in una copertina color celeste – sia stato lasciato nella culla termica parrocchiale, ma è certo che a fare la macabra scoperta sia stato un messo funebre che nella mattinata di oggi si trovava nella parrocchia barese per un funerale: aveva deciso di mostrare ad un suo collaboratore quell’importate luogo salvavita, ma una volta entrato nella stanza ha notato il piccolo ormai cianotico e privo di vita, lanciando – ovviamente – l’allarme.
Bari, mistero sul neonato morto nella culla termica: l’allarme non è scattato e la stanza non era riscaldata
Per ora da Bari non emergono grandi indiscrezioni su quanto accaduto al neonato morto nella culla termica, ma a darci una prima ricostruzione di quella che sembra essere una vicenda intricata è proprio il parroco della chiesa – don Antonio Ruccia – che interpellato dai media ha spiegato che “io sono fuori città e non sono a conoscenza dei dettagli”, precisando poco dopo che “il bambino è stato trovato morto alle 9:30” di oggi e che “il mio cellulare collegato alla culla non ha squillato“.
Infatti, a questo tipo di sistemi è sempre collegato una sorta di allarme che scatta in automatico ogni volta che viene aperta e chiusa la porta della stanza – ovviamente sempre riscaldata – in cui si trova la culla, ma dopo la deposizione del neonato i genitori hanno lasciato la porta aperta: alla Gazzetta del Mezzogiorno, il personale del 118 intervenuto dopo l’allarme lanciato in mattinata ha spiegato che all’interno della stanza “il climatizzatore [era] acceso, ma usciva aria fredda e la culla era spenta“; mentre ora non si esclude che sul corpicino potrebbe essere disposta l’autopsia per capire se il piccolo fosse già morto prima di arrivare nella parrocchia.