Il quartiere San Paolo di Bari nelle elezioni di quattro anni fa era stato un vero e proprio feudo del M5S. Almeno un elettore su due dei 30 mila abitanti aveva votato per i pentastellati, con alcune sezioni che superarono addirittura il 60%. “Fu una richiesta di discontinuità. Un far sentire una voce: era una richiesta di sicurezza sociale, per evitare che innescassero forme di conflittualità”, ha ricordato Paolo Lattanzio, ex grillino che fu eletto proprio in quel contento e che adesso è al Pd, ai microfoni di Repubblica.



Qualcosa, però, in questi quattro anni è andato storto. Le condizioni di vita della popolazione di periferia non sono cambiate nettamente in meglio. “Come 5 Stelle, evidentemente, non siamo stati all’altezza”, ha ammesso il parlamentare. Gli abitanti fanno fatica ad arrivare a fine mese e vedono un futuro nero, anche perché non hanno neanche dei punti di riferimento nella politica cittadina. È anche per questo motivo che i sondaggi parlano chiaro: in quella zona si preannuncia un successo netto della destra.



Bari, quartiere San Paolo ex feudo M5S: il tema del reddito di cittadinanza

Al centro di questo fenomeno che vede protagonista il quartiere San Paolo di Bari, che probabilmente alle prossime elezioni passerà da ex feudo del M5S a bottino della destra, c’è anche il reddito di cittadinanza. Il sussidio ha rappresentato un aiuto importante per la popolazione di periferia (4 mila richieste sulle quasi 13 mila di tutta la provincia arrivano da qui), ma nel lungo periodo non ha dato presupposti di rinnovamento.

“Ha aiutato, certo. Ma accanto a questa misura bisognava ripensare le politiche sociali, cosa che non è avvenuto”, ha commentato a Repubblica don Angelo Cassano, che è responsabile pugliese di Libera. E denuncia: “Come al solito, in questi quartieri, quando lo Stato non fa il proprio mestiere arriva la mafia che è una straordinaria agenzia di welfare”.