BARILLA, CLASS ACTION IN USA: L’AZIENDA REPLICA

Affermazioni senza fondamento“. Barilla non ci sta e passa al contrattacco dopo che la notizia della class action in Usa ha fatto il giro del mondo. L’azienda ci tiene a fare degli importanti chiarimenti in merito alla vicenda, partendo proprio dalla decisione del giudice federale, che consente semplicemente alla causa di andare avanti, quindi non è una decisione sul merito del processo che è solo all’inizio. Dopo la pubblicazione del nostro articolo, abbiamo ricevuto la replica di Barilla, che rimarca come “sulle confezioni di pasta Barilla prodotte negli Stati Uniti è chiaramente riportata l’indicazione Made in the U.S.A. with U.S.A. and imported ingredients“. Inoltre, le informazione sul luogo di produzione della pasta Barilla sono pubblicate nella sezione FAQ del sito web di Barilla US. Di conseguenza, non viene affatto nascosto il luogo di produzione. Del resto, sono circa 25 anni che Barilla produce pasta negli Stati Uniti. “In Usa diamo lavoro a centinaia di persone tra la nostra sede operativa in Illinois e due stabilimenti produttivi, il primo aperto nel 1998 e il secondo nel 2007. Oggi tutta la pasta Barilla venduta in USA è prodotta nei nostri stabilimenti di Ames, in Iowa e Avon, nello Stato di New York. Fanno eccezione solo alcune referenze di pasta ripiena prodotte in Italia, e anche in questo caso l’informazione è riportata con chiarezza in etichetta“, precisa il popolare marchio di pasta.



Il nodo è un altro. Si può davvero stabilire che una pasta sia o non sia italiana in base a dove viene prodotta? Infatti, Barilla rimarca: “Nei nostri pastifici in USA facciamo pasta con lo stesso procedimento produttivo utilizzato in Italia. Anche i macchinari sono gli stessi che usiamo a Parma. Insomma, cambiano i luoghi di produzione ma non cambiano la ricetta e il nostro know italiano, un ingrediente invisibile che abbiamo sviluppato e migliorato da 145 anni ed esportiamo in tutti i paesi in cui produciamo pasta“. Quella ricerca della qualità che ha reso l’azienda il “primo marchio di pasta in Italia e nel mondo” non solo viene premiata dai consumatori italiani, ma anche negli Stati Uniti, “dove più di un piatto di pasta su 3 è fatto con pasta Barilla“. In conclusione, in riferimento alla class action, Barilla esprime il suo auspicio: “Siamo i primi a voler fare chiarezza su questa vicenda e siamo fiduciosi in un esito positivo“. (agg. di Silvana Palazzo)



CLASS ACTION IN USA CONTRO BARILLA

Se Barilla non produce la sua pasta in Italia, allora si può davvero parlare di Made in Italy? Da questa domanda parte la class action promossa negli Stati Uniti contro il popolare marchio italiano. L’accusa è di aver indotto erroneamente i consumatori negli Usa a credere che la pasta sia stata effettivamente prodotta in Italia, mentre in realtà è prodotta in Iowa e New York. Lunedì un giudice federale ha respinto la richiesta di Barilla di archiviare la causa collettiva che accusa l’azienda, pubblicizzata come “il marchio di pasta n. 1 in Italia“, di aver presentato in maniera errata i suoi prodotti.



Il giudice Donna Ryu ha ritenuto che la frase dell’azienda “il marchio di pasta n. 1 in Italia” possa indurre i consumatori a credere che la pasta che comprano negli Stati Uniti sia prodotta in Italia. Peraltro, sulle popolari scatole blu che contengono la pasta ci sono i colori verde, bianco e rosso che caratterizzano la bandiera italiana. Oltre a chiedere al tribunale di impedire a Barilla di usare l’immagine dell’Italia col marketing e sul prodotto, i consumatori chiedono anche un risarcimento monetario, sostenendo di aver pagato troppo la pasta.

BARILLA SI DIFENDE “RICHIAMIAMO ORIGINI ITALIANE”

Il colosso Barilla, nato come negozio di pane e pasta in Italia, ora ha sede in Illinois. L’azienda sostiene che il marchio viene usato per “richiamare le radici italiane dell’azienda attraverso una rappresentazione generalizzata del marchio nel suo complesso“, e non per fuorviare gli acquirenti, riporta Usa Today. Ma la decisione del giudice arriva sulla scia di una denuncia analoga presentata contro i produttori della salsa piccante Texas Pete, dopo che un uomo della California aveva appreso che il prodotto non era fabbricato in Texas. Matthew Sinatro e Jessica Prost, promotori della class action, nella denuncia hanno affermato che, a causa del modo in cui la pasta Barilla viene pubblicizzata, hanno acquistato diverse scatole di spaghetti e “capelli d’angelo” nella convinzione che la pasta fosse prodotta in Italia con ingredienti italiani. Nella denuncia si afferma che però Barilla non usa esclusivamente grano italiano nei suoi prodotti, inducendo i consumatori a non comprare l’autentica pasta italiana.