Si riapre clamorosamente il caso della misteriosa morte di Jeanette Bishop May, già baronessa Rothschild, e della sua assistente italiana Gabriella Guerin. 44 anni dopo la scomparsa, avvenuta il 29 novembre 1980 sui Monti Sibillini nelle Marche, la Procura di Macerata ha aperto un nuovo fascicolo d’indagine per cercare di arrivare alla verità.
Le due donne furono trovate senza vita – ormai praticamente scheletri – il 27 gennaio 1982 da due cacciatori in una zona che, in realtà, sarebbe stata a lungo battuta durante le ricerche. Oggi l’ipotesi degli inquirenti è che siano state uccise e per questo l’inchiesta procede per duplice omicidio. Lo ha confermato all’Ansa il procuratoreFabrizio Narbone, convinto di una svolta imminente nel giallo che segnò le cronache dell’epoca e che resta impresso, ad oggi, come uno dei più oscuri cold case italiani.
Baronessa Rothschild e Gabriella Guerin scomparse nel 1980, la ricostruzione del giallo
Finora il mistero della morte di Jeanette Bishop May, nota come baronessa Rothschild per il matrimonio (poi finito) con il banchiere Evelyn De Rothschild, e della sua segretaria e interprete friulana Gabriella Guerin è rimasto tale. La prima, di origine inglese, era molto conosciuta a livello internazionale e il giallo della sua scomparsa non è mai stato risolto. Di lei, all’epoca 41enne, si perse ogni traccia il pomeriggio del 29 novembre 1980 insieme alla sua segretaria Gabriella Guerin.
Secondo la ricostruzione, furono viste per l’ultima volta a Sarnano, dove alloggiavano in un albergo, mentre si allontanavsano in auto, una vecchia Peugeot, nonostante il maltempo e le forti nevicate. Vettura che sarebbe stata ritrovata, chiusa, il 18 dicembre seguente sull’altopiano di Ragnolo. I resti dei loro corpi furono scoperti oltre un anno più tardi, il 27 gennaio 1982, a pochi mesi dall’annuncio di una taglia di 100 milioni di lire disposta dal secondo marito della baronessa Rothschild, l’imprenditore Stephen May. Vicino a quel che rimaneva dei cadaveri (uno dei due cacciatori parlò di sole “ossa”), borse ed effetti personali delle due donne. Nessuna delle piste battute all’epoca – dal sequestro alla morte per assideramento, passando per il coinvolgimento di mafia, banda della Magliana e persino per lo spettro di un intrigo internazionale – portò alla soluzione. Il giallo dei Sibillini, come fu ribattezzato, potrebbe ora registrare una svolta grazie alle nuove tecniche investigative e all’escussione di numerosi testimoni.
Jeanette Bishop May baronessa Rothschild e Gabriella Guerin: ora l’ipotesi è duplice omicidio
Pur confermando l’apertura di un fascicolo per duplice omicidio, all’Ansa il procuratore di Macerata, Fabrizio Narbone, non ha aggiunto elementi per specificare se vi sia una precisa direzione a muovere le trame della nuova inchiesta sulla morte della baronessa Rothschild e di Gabriella Guerin. Stando alle sue dichiarazioni, la svolta nel cold case di Jeanette Bishop May potrebbe arrivare a breve, “tra qualche mese, per tenerci un pò larghi“. Nell’indagine è prevista l’audizione di decine di soggetti che, a vario titolo, gravitavano intorno alla vicenda fin dal 1980. “Sono parecchie persone“, ha aggiunto Narbone. Non si esclude che, nelle maglie dei racconti forniti all’epoca, possano insinuarsi contraddizioni potenzialmente decisive per arrivare alla soluzione del giallo.
L’attività investigativa fa i conti, inevitabilmente, con i decenni trascorsi e con la morte di diversi testimoni. Proprio per questo, le indagini ora avrebbero assunto il carattere di una corsa contro il tempo. Tra le persone che saranno sentite a quasi mezzo secolo dai fatti, il geometra che per ultimo avrebbe visto la baronessa Rothschild e la sua assistente quel 29 novembre 1980, Nazzareno Venanzi. L’uomo, riporta Il Resto del Carlino, avrebbe avuto incarico da Jeanette Bishop May per la ristrutturazione di un casolare appena acquistato in contrada Schito e nella sua versione, già resa a verbale all’epoca, sostiene di aver declinato il suo invito per una gita in montagna proprio quel giorno, per motivi di lavoro. Sarebbe stato il primo a lanciare l’allarme per il mancato rientro delle due donne in hotel e ora il suo racconto tornerà sul tavolo investigativo, con quello di molti altri, a caccia di nuovi elementi.