Sono trascorsi esattamente trent’anni dall’arrivo nelle sale di tutto il mondo di Basic Instinct, celebre film di Paul Verhoeven, interpretato da Michael Douglas e Sharon Stone. Un thriller erotico, con tinte giallo-noir, che ha segnato la storia del cinema americano, tracciando un solco con il passato. Un grandissimo lavoro di scrittura cinematografica esaltato dalle prove attoriali di due performer giganteschi. Ma non solo…



Presentato in concorso al Festival di Cannes del 1992, Basic Instinct ha raccolto due nomination agli Oscar e ai Golden Globe. Sharon Stone fu candidata all’Oscar per la miglior attrice, entrando nell’Olimpo della settima arte a stelle e strisce. Una delle scene più famose del cinema, infatti, ha lei come protagonista: la celebre sequenza dell’interrogatorio, con la bellissima interprete che accavalla le gambe rivelando l’assenza di biancheria intima.



Basic Instinct compie 30 anni

Basic Instinct è diventato un simbolo del cinema thriller-erotico per diversi motivi, non solo per il grande successo al botteghino – fu uno degli incassi più alti degli anni Novanta – ma soprattutto per alcune curiosità che continuano a stregare i cinefili di tutto il mondo. Partiamo dalle scene di sesso, definite da alcuni eccessivamente spinte e tendenti al violento, a tratti al sadomaso. “Le scene bollenti sono frutto di ore e ore di revisione della sceneggiatura da parte mia e di Joe Eszterhas; non ci vergogniamo di nulla: la nostra è stata una scelta di lavoro”: la replica del regista alle critiche dell’epoca.



Oppure pensiamo all’iconica scena dell’accavallamento delle gambe di Sharon Stone, con lo scontro frontale tra l’attrice e Verhoeven: quest’ultimo, infatti, assicurò all’attrice che non si sarebbe visto nulla. Alla presentazione del film a Cannes, la Stone scoprì tutto e si avvicinò al cineasta per schiaffeggiarlo. Nervi tesissimi.

Altre controversie legate a Basic Instinct sono quelle relative all’uso incessante e invitante di sigarette e alle proteste feroci dei movimenti omosessuali. Molti attivisti per i diritti gay, infatti, biasimarono la pellicola per la rappresentazione negativa degli omosessuali e non mancarono tentativi di boicottaggio.