Tutto l’arco parlamentare plaude di fronte alle immagini realizzate alle foibe di Basovizza, con Mattarella e Pahor mano nella mano. Un simbolo di unità elogiato da Matteo Salvini: «Il Presidente Mattarella che prende la mano al Presidente sloveno Pahor, alla Foiba di Basovizza, non è una semplice fotografia: è una immagine che rende giustizia a tante donne e uomini che hanno pagato con la vita la “colpa” di non essere comunisti. Parliamo di vittime innocenti che la sinistra italiana, per troppo tempo, ha nascosto e dimenticato. Sono orgoglioso, in passato, di essere stato più volte a Basovizza per onorare i martiri delle foibe». Sulla stessa lunghezza d’onda il segretario Pd Nicola Zingaretti: «Il Presidente Mattarella e il Presidente della Repubblica di Slovenia Pahor si tengono per mano a Trieste davanti alla foiba di Basovizza e al Narodni Dom. Gesti apparentemente semplici che simboleggiano la pace e la volontà di lottare per l’Europa». (Aggiornamento di MB)
FOIBE BASOVIZZA, MATTARELLA E PAHOR MANO NELLA MANO
Giornata storica a Trieste: Sergio Mattarella e l’omologo sloveno Borut Pahor mano nella mano davanti alla foiba di Basovizza dopo essersi avvicinati alla corona di fiori deposta poco prima da due corazzieri. Tutte le associazioni degli esuli hanno riconosciuto la storicità della giornata, in particolare per l’omaggio del presidente sloveno alla foiba e vorrebbero che anche la Croazia facesse lo stesso. Come riporta Tgr, è stato registrato invece qualche malumore da parte slovena. Presente all’evento la dem Serracchiani: «Giornata storica, di riconciliazione, di ricordo, di memoria ma anche molto importante per l’Europa». Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente del consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, che però non ha gradito l’ssenza della bandiera italiana sul pennone più alto, tricolore issato alla stessa altezza delle bandiere di Unione Europea e Slovenia su aste montate per l’occasione: «Gli errori sono stati da più parti, oggi con questa visita credo si metta la parola fine». (Aggiornamento di MB)
Il Presidente #Mattarella ?? e il Presidente della #Slovenia ?? #Pahor depongono una corona di fiori alla foiba di #Basovizza e al Monumento ai caduti Sloveni pic.twitter.com/3iDCtq2JDs
— Quirinale (@Quirinale) July 13, 2020
#Trieste, il Presidente #Mattarella ?? riceve il Presidente della Repubblica di #Slovenia ?? @BorutPahor pic.twitter.com/QKLfNxHrvL
— Quirinale (@Quirinale) July 13, 2020
GIORNATA STORICA A BASOVIZZA
Trieste, visita storica a Basovizza: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente sloveno Borut Pahor insieme per deporre una corona presso la foiba dove vennero scaraventati 2 mila italiani da parte dei partigiani jugoslavi. I due presidenti si sono incontrati nella caserma del Reggimento Piemonte Cavalleria a Villa Opicina e, dopo la visita alle foibe, si sono recati al monumento dei caduti sloveni. Pahor è il primo presidente della Slovenia a compiere un gesto simile, segnala Repubblica. Il Messaggero mette in risalto che Mattarella e l’omologo sloveno saranno insieme al Narodni dom, che verrà restituito alla comunità slovena in Italia a 100 anni di distanza dall’incendio che lo distrusse. Infine, ultima tappa per il capo dello Stato è l’incontro con i rappresentanti delle associazioni degli esuli.
MATTARELLA E PAHOR INSIEME ALLE FOIBE DI BASOVIZZA
In un messaggio pubblicato su Il Piccolo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato: «La memoria ci aiuta a costruire, insieme, un futuro basato anzitutto sul rispetto delle persone, insieme possiamo fare di più e meglio, come dimostra la scelta di mettere in comune il futuro con il percorso di integrazione europea che ha assicurato pace e promosso prosperità senza eguali nella storia del nostro Continente». Il capo dello Stato ha poi messo in rilievo che «l’anima profonda di questa Europa sta proprio nel dialogo fra popoli, fra culture, fra esperienze diverse che, insieme, la fortificano e le consentono di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. In questo modo le aree di confine non sono più motivi di contrapposizione ma divengono cruciali; e si manifestano come le cerniere del tessuto connettivo dell’Unione Europea».