Le dichiarazioni di Matteo Bassetti sull’app Immuni hanno scatenato accese polemiche. Mentre il Governo si appella ai cittadini affinché scarichino l’applicazione utile per il contact tracing, l’infettivologo e direttore della clinica Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, rivela di non averla ancora scaricata. “Penso che andrebbe rivenduta meglio. Già il nome non mi piace: poteva esserci un nome tipo tracciare il virus, il nome Immuni dà una speranza che non è reale, non immunizza nessuno“, ha dichiarato a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1. Il nome dell’app non può essere ovviamente l’unica ragione per la quale Bassetti ha deciso di non fare il download sul proprio smartphone. “La app è molto intelligente ma per funzionare deve scaricarla molta gente, ed è stata anche venduta male, le persone che l’hanno scaricata inizialmente hanno avuto qualche problema“, ha aggiunto Bassetti, secondo cui poi è c’è stata forse “una cattiva pubblicità“.
BASSETTI VS GALLI “DOVREBBE LEGGERE DI PIÙ”
Non c’è spazio nelle riflessioni di Matteo Bassetti, però, a considerazioni sull’app Immuni in sé, che peraltro ha pure definito “molto intelligente“. Curioso è il fatto poi che in molti, tra coloro che dichiarano di non averla scaricata, dicano che non sia utile se non la usano in molti. Vero, peccato che questo problema si risolve subito cominciando proprio a scaricandola. Inoltre, il fatto che abbia un nome che non piace non può essere una motivazione, visto che quel che conta è la sua utilità. Che importa se è stata “venduta” male? Inoltre, inizialmente ha avuto dei problemi, come era prevedibile che accadesse, ma se una volta entrata in regime non dà più problemi, questo è un motivo in più per scaricarla. Assurdo poi che Bassetti suggerisca di scaricarla “a più persone possibili“, ma aggiunga anche che lui non lo farà. “Io presumo che utilizzando tutte le misure di prevenzione come faccio io abitualmente potrei anche non scaricarla“. L’app Immuni serve però per ottenere segnalazioni nel caso in cui si incontrano positivi senza saperlo. “Secondo me bisognerebbe chiarire di più le procedure: cosa succede, cosa devo fare e dove devo andare“. Infine, si è scagliato contro il professor Massimo Galli: “Dobbiamo sempre ricordarci che del numero dei contagiati il 95% sono asintomatici o poco sintomatici. Il professor Galli dovrebbe leggere di più“.