L’APPELLO DI BASSETTI SULLO SCANDALO ABUSI

Il report della commissione indipendente tedesca sugli abusi pedofili nella Chiesa di Monaco ha riaperto tematica e polemiche annesse, con l’aggiunta del “caso Ratzinger” ad agitare acque già piuttosto agitate da decenni. Intervistato dal “Corriere della Sera”, il capo della Chiesa italiana, il Cardinal Gualtiero Bassetti, invoca indagini anche all’interno delle diocesi italiane avvertendo però sulla necessità di evitare qualsiasi tipo di inutile e dannoso giustizialismo.



«Per la tutela dei minori, è iniziato da diverso tempo un cammino progressivo e inarrestabile in cui le Chiese che sono in Italia sono impegnate con forza e convinzione», spiega l’arcivescovo di Perugia, attuale Presidente della Cei. Francia, Germania, Belgio: è dunque giunto il momento anche dell’Italia? Per il Cardinale «Già da qualche tempo stiamo riflettendo sull’avvio di una ricognizione approfondita e seria della situazione italiana»; oltre ad esaminare da vicino gli eventuali casi di pedofilia nascosti negli anni, Bassetti propone un metodo lievemente (ma fondamentalmente) diverso nelle indagini. «oltre ai dati numerici che sono fondamentali per guardare la realtà con obiettività, pensiamo sia importante impostare un’indagine anche qualitativa che aiuti a determinare, ancora di più e meglio, l’attività di prevenzione e di formazione dei nostri preti e dei laici»: un approccio “dal basso” per proteggere in primis le vittime, ma anche la stessa Chiesa Cattolica.



PRESIDENTE CEI: “BASTA GIUSTIZIALISMO SULLA CHIESA”

Spiega così il Cardinal Bassetti al “CorSera”: «Questo tipo di approccio metodologico “dal basso” ci consentirà di avere un quadro che non fa leva su proiezioni o statistiche, ma sul vissuto delle Chiese locali. Il nostro intento, nel segno della presa di coscienza e della trasparenza, è infatti quello di arrivare ai numeri reali». Come hanno già evidenziato abbondantemente il Cardinal Ruini e il vescovo emerito di Reggio Emilia Mons. Camisasca, intervenendo in difesa del Papa Emerito Joseph Ratzinger, qualcosa non convince appieno nella “indipendenza” delle commissioni aperte dalle diocesi francesi e tedesche: «noi vorremmo arrivare a fornire dati ed elementi effettivi e, soprattutto, far emergere la consapevolezza di un cambiamento autentico che ci renda credibili nella nostra vicinanza rispettosa alle vittime, nella loro accoglienza. L’obiettivo è non ripetere errori e omissioni del passato e rendere giustizia agli abusati. Ma giustizia non è giustizialismo, e non si renderebbe un buon servizio né alla comunità ferita né alla Chiesa se si operasse in maniera sbrigativa, tanto per dare dei numeri», spiega ancora Bassetti. Cosa però sta differendo fino ad oggi le situazioni in Italia, Germania e nel resto d’Europa? Secondo il Presidente della Cei, «Non è una questione di proporzioni, perché stiamo parlando della vita di una persona che si porterà sempre dentro le ferite per gli abusi subiti. Dobbiamo tener conto degli abusi avvenuti e agire di conseguenza, con fermezza, nel presente e per il futuro perché non si ripetano più. Quello che è sicuramente cambiato in questi anni è che si va imponendo la coscienza della gravità del reato oltre che del peccato: da un lato i vescovi e gli ordinari religiosi fanno molte più indagini e processi canonici, dall’altro, chi subisce un abuso trova una comunità più preparata ad ascoltarlo e a sostenerlo».

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