«Ci auguriamo una riformulazione del testo del Ddl Zan»: torna a parlare a “Repubblica” il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Card. Gualtiero Bassetti. Dopo diverse note nell’ultimo anno sul disegno di legge pronto ad approdare tra mille polemiche e incertezze al Senato, la Cei si inserisce nel solco della “Nota Verbale” inviata ormai un mese fa dalla Segreteria di Stato Vaticano al Governo italiano.



«Nessuno e neppure la Santa Sede ha mai messo in discussione la laicità dello Stato. Il termine “ingerenza” è errato, così come lo è “indebita”. Lo ha spiegato il cardinale Parolin: il rilievo della Santa Sede si pone sulle possibili interpretazioni del testo, con conseguenze paradossali», spiega il cardinale interpellato proprio sul rapporto tra Chiesa e Stato italiano, «La Santa Sede ha fatto notare, con toni pacati, alcuni punti. La vera domanda è un’altra: come mai un documento riservato è stato inviato ai giornali per la pubblicazione?». Bassetti tende a separare gli interventi della Chiesa, da un lato le note Cei e dall’altro lo scambio diplomatico tra Santa Sede e Stato: al netto di ciò, il nodo centrale restano le medesime perplessità sul testo finale del Ddl Zan che in queste settimane diversi partiti stanno cercando di modificare (Lega, Italia Viva, Forza Italia) dopo le osservazioni critiche giunte da ambienti cattolici, femministi e pure di estrema sinistra.



DDL ZAN, LA CHIESA E L’OMOSESSUALITÀ

«È necessario garantire in modo adeguato la libertà di espressione e, tanto più laddove s’intendono introdurre norme di natura penale, non bisogna lasciare margini interpretativi non ragionevoli», spiega a “Rep” il Presidente dei vescovi, puntando i riflettori sulla Giornata Nazionale contro l’omofobia nelle scuole e i passaggi della legge legati all’espressione del libero pensiero. «C’è il rischio che, oltre all’istigazione all’odio, venga sanzionata la libera espressione di convincimenti etici e religiosi e sia inoltre messo in discussione il diritto umano universale dei genitori all’educazione dei figli secondo i propri convincimenti e a insegnare ciò che è bene e ciò che è male», spiega ancora il Cardinal Bassetti illustrando le perplessità legate a quanto scritto nel testo a firma Zan-Boldrini. Definizioni molto vaghe e deputate ad essere “interpretate” dai giudici non sembrano convincere affatto la Chiesa Cattolica (e non solo): «questo renderebbe l’applicazione della legge penale rischiosamente incerta. Come hanno fatto notare insigni giuristi, i ruoli differenti di uomini e donne all’interno delle associazioni cattoliche o l’affermazione di alcune verità di fede potrebbero essere oggetto di procedimenti penali perché da qualcuno ritenute “idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori”». Rodari su “Repubblica” chiede conto a Bassetti della lontananza sempre più marcata della comunità LGBTQ dalla Chiesa in seguito alla nota del Vaticano e le opposizioni al disegno di legge Zan: «Il Vangelo è per tutti, la ricerca di Cristo è parte dell’esperienza di ciascuno: nessuno si senta escluso dall’essere parte della Chiesa, che è evangelizzatrice e porta a ogni uomo e a ogni donna, senza distinzioni di alcun tipo, il proprio messaggio di fratellanza e di comunione. Francesco lo ha ricordato a Firenze nel 2015. Il cammino sinodale parte dall’ascolto profondo e reciproco, in un dialogo costante che è incontro», chiosa il Presidente Cei.

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