Matteo Bassetti vuole evitare facili allarmismi in merito a questa nuova ondata di casi covid che sta interessando l’Italia, e che ieri ha fatto segnare più di 50mila casi giornalieri, numeri che non si vedevano da mesi. Interpellato dai microfoni dell’Adnkronos il primario di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova punta il dito in particolare nei confronti di alcuni colleghi: “Abbiamo dimostrato – racconta lo stesso – anche nel contesto di questa fiammata estiva del Covid una assoluta immaturità come sistema Italia, la critica non va tanto al ministero della Salute quanto ai miei colleghi che stanno facendo un esagerato allarmismo tipico di chi non è sul campo e non ha affrontato l’infezione ma fa solo teoria”.
Bassetti sottolinea quindi la situazione ospedaliera della Liguria, dove lavora, spiegando che al momento nelle strutture nosocomiche non vi è alcuna situazione di allerta o di allarme: “La situazione attuale – spiega ancora il medico genovese parlando con l’Adnkronos – faccio riferimento alla Liguria dove lavoro e una regione con molti anziani. Oggi abbiamo una elevatissima circolazione del virus e di Omicron 5, stiamo seguendo tante persone positive a casa con gli antivirali e in ospedale arrivano sì molti cittadini ma non hanno il Covid, hanno un tampone positivo e poi altre patologie”.
BASSETTI: “I BOLLETTINI DEVONO ESSERE ADEGUATI”
Secondo Bassetti: “Finché non si diversificherà chi ha polmonite da Covid e chi ha tutt’alto, e un tampone positivo, non ne usciremo”. Bassetti considera di fatto l’attuale atteggiamento verso il covid un po’ anacronistico: “Lo dico da tempo – ha spiegato – i bollettini dovevano essere adeguati alla situazione, occorre dare un taglio netto anche ai tamponi eseguiti durante il ricovero ospedaliero. Poi serve organizzare in modo diverso gli ospedali, valutare chi è morto per Covid e con Covid. Di tutti i paesi che hanno avuta una fiammata estiva del Covid noi sembriamo stare peggio – conclude – questo perché in Italia parlano tutti, ognuno dice la sua ma non hanno mai visto un paziente”.