Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, ha sancito, attraverso le colonne di “Libero”, la vittoria dell’uomo sul Covid: “Se siamo qui, adesso, è perché la scienza ha investito sulla ricerca”, ha esordito l’esperto. “Alcune aziende farmaceutiche ne hanno tratto profitto? Non lo nega nessuno, ma i benefici sono andati a vantaggio dei cittadini. Siamo onesti su questo”. Per lungo tempo (e ancor oggi) in Italia si è assistito a una spaccatura nell’opinione pubblica sui vaccini contro il Coronavirus e, a tal proposito, Bassetti ha precisato: “Purtroppo viviamo in tempi in cui è ancora necessario ribadirlo e fa ancora notizia chi dice un’ovvietà come ‘i vaccini ci hanno salvato la pelle'”.



L’infettivologo ha poi sottolineato che lungo lo Stivale si sente ancora il ritornello secondo cui BigPharma è al soldo del mercato e che i medici sono al soldo di BigPharma. Ma BigPharma “è quell’industria che ci ha dato le pillole contro la pressione, l’insulina contro il diabete, i farmaci contro i tumori. O guardiamo l’insieme o cadiamo nel complottismo e arrivederci. Senza vaccini il Covid sarebbe finito ugualmente? È una stupidata enorme”.



MATTEO BASSETTI: “COVID? ITALIA PRIMO PAESE EUROPEO PER CONTRIBUTO SCIENTIFICO”

Nel prosieguo del suo intervento su “Libero”, Matteo Bassetti ha voluto asserire che la pandemia di Coronavirus non è assimilabile alle altre. All’inizio, infatti, “morivano in tanti, ma non possiamo neanche paragonarla alla Spagnola di inizio Novecento… Non avrebbe senso: allora il mondo era un altro, ci volevano due mesi per andare in America. Oggi con otto ore di aereo sei ovunque”.

Nel 2020-2021 l’Italia è stato il primo Paese europeo e il quarto Paese del mondo per contributo scientifico, come risulta dal portale PubMed, e i vaccini sono stati sviluppati in tempi record: “Non come con l’Hiv – ha commentato Bassetti –. Il primo farmaco altamente efficace contro l’Hiv è arrivato nel 1996 e a oggi non c’è un vaccino. Per il Covid è stato diverso, in quattro mesi avevamo una risposta. È stato uno sforzo straordinario, altroché”. Ciò che conta tenere a mente è che della scienza non se ne può fare a meno: “Ma se si continua a martellare su questi aspetti, finirà che non ci faremo più nemmeno il vaccino per il meningococco o per il morbillo o per le altre malattie infettive. Non è un alibi”.