Matteo Bassetti torna a riaccendere i riflettori sui profughi provenienti dall’Ucraina e il problema covid. Come sottolineato più volte dal direttore della clinica di Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, nonché da altri colleghi virologi, solamente un terzo della popolazione ha ricevuto il vaccino covid. “Ben vengano i profughi ma si dovranno vaccinare”, dice oggi il medico genovese intervistato dai microfoni di Libero. Il camice bianco ricorda appunto il basso tasso di vaccinazione in Ucraina ma “se andiamo a vedere lo specifico di chi sta fuggendo è anche peggio”.



Tra l’altro non c’è solamente il rischio di aumentare i casi di covid: “Non è una questione legata unicamente al Covid. Gli ucraini sono poco vaccinati anche perla poliomielite o per il morbillo. Il Sars-cov2 rappresenta solo la punta dell’iceberg. Io sono stato tante volte in Ucraina. In passato, per lavoro. La loro propensione ai vaccini è la stessa che noi avevamo negli anni Settanta”. E ancora: “Le badanti e, in generale, le persone dell’Est, erano più restie di altre a farsi vaccinare”.



BASSETTI E I PROFUGHI UCRAINI: “SE I NOSTRI BIMBI SI DEVONO VACCINARE…”

Anche il vaccino contro la poliomielite o il morbillo sono scarsamente diffusi: “Riguardano esattamente lo stesso discorso. Gli ucraini non sono vaccinati per queste due malattie – dice Bassetti – né per le altre di carattere infettivo, come lo siamo noi. Nel frangente in cui arrivano qui, questo può avere delle ricadute. Per il morbillo e la poliomielite gli italiani hanno una copertura vaccinale soddisfacente, non mi sembra il caso di rischiare un focolaio di un morbo che quasi non ci ricordiamo neanche più”.



A complicare ulteriormente la situazione, il fatto che, con lo scoppio della guerra, la conta dei casi covid si è ovviamente fermata dalle parti di Kiev. “Chi entra in Italia entra a far parte di una comunità che ha norme e obblighi – sottolinea ancora Bassetti – se vale per noi perché non dovrebbe valere per i rifugiati? Idem per i bimbi: i nostri devono farsi la punturina contro il morbillo per andare a scuola. La stessa legge, cioè la Legge Lorenzin, dovrebbe valere per i bimbi ucraini ospitati a Milano o Verona o Firenze”. Poi il prof chiosa: “i virus non si fermano alla dogana”.