L’epidemia di coronavirus potrebbe non andarsene più. Ne è convinto il direttore della Clinica Malattie Infettive di Genova, Matteo Bassetti, a capo della task force anti-covid della regione Liguria, che parlando con il Corriere del Mezzogiorno ha appunto spiegato: “non finirà mai”. La cosa importante è che le persone non debbano farsi prendere dal terrore facendo “il ricorso a cure “fai da te” – dice a La7 a L’aria che tira – sulla base di quello che si riesce a scoprire da soli, su giornali e internet”. Bassetti spiega quindi brevemente come ci si cura dal covid: “Se non ho alcun sintomo, non devo fare assolutamente niente. Nello stadio successivo, quello febbrile, senza ulteriori sintomi, si usano farmaci sintomatici come paracetamolo. Quando invece si ha interessamento polmonare ma la saturazione del sangue è ancora buona si utilizzano altri farmaci ma sempre sotto guida medica”. Il medico mette in guardia ulteriormente sul rischio di una medicina fai da te: «E’ un’infezione che va gestita a stadi, a seconda del grado di interessamento del nostro organismo. Prendere medicine a cuor leggero è sbagliato, con l’autoprescrizione si rischia di ottenere l’effetto contrario». E anche l’utilizzo degli integratori per contrastare l’infezione è sconsigliato: «Senza senso, non esiste un’evidenza scientifica a favore di questi prodotti».
BASSETTI: “IL CORTISONE ARRECA BENEFICIO”
Simile la situazione per quanto riguarda la lattoferrina, le cui vendite in farmacia sono aumentate in maniera esponenziale negli ultimi mesi: «La medicina è fatta di evidenza scientifica e di aneddotica. Nel caso della lattoferrina siamo nel campo dell’aneddotica». Sicuramente più evidenze nelle terapie a base di cortisone: «Arreca beneficio e funziona nelle forme gravi, in cui c’è polmonite e deficit di ossigeno. Nei casi medio-lievi potrebbe anche non essere la risposta corretta». Il problema principale è che mancano dei protocolli condivisi: «Sapere cioè come curare un paziente che ha la febbre – spiega Bassetti – oppure quando ha anche tosse e problemi respiratori, se ha una grave (ma ancora non gravissima) insufficienza respiratoria, a chi posso dare l’eparina e a chi no. Sono tutte cose che sarebbe bene fossero in un protocollo nazionale. E invece ho saputo di soggetti asintomatici che sono stati trattati con eparina, cortisone e antibiotici». L’importante, conclude Bassetti, e non intasare ospedali e pronto soccorso: «La cosa migliore è starsene a casa. Se poi dopo 3-4 giorni comincio ad avere 38, la tosse e scende la saturazione, allora vado in ospedale. In questa seconda ondata io stesso sto gestendo da casa centinaia di pazienti che in questo modo lasciano un posto letto a chi realmente ne ha bisogno. È un esercizio di educazione civica e di rispetto per la comunità in cui viviamo».