Proprio nel giorno di inizio della campagna vaccinale 2024 contro l’influenza, l’infettivologo Matteo Bassetti è tornato – questa volta sulle pagine della Stampa – a rilanciare il suo sempre fermo appello affinché le persone ricorrano ai vaccini piuttosto che affidarsi a quello che chiama “Dottor Google” rischiando di andare incontro alle conseguenze più gravi dell’infezione: “Quattro italiani su cinque – spiega immediatamente in apertura – preferiscono rischiare di starsene a letto, a casa, piuttosto che vaccinarsi”, che oltre ad essere un problema nel caso in cui sviluppino sintomi gravi, causa parecchi “costi previdenziali” per sostenere i lavoratori malati.



Partendo dal principio, Bassetti ci tiene a mettere in chiaro che secondo i “report dell’inverno appena trascorso in Australia” che sono stati diramati lo scorso agosto, quest’anno il virus influenzale “sarà pesante” e circolerà parecchio soprattutto tra anziani e bambini: l’unica soluzione – spiega – è “aumentare la percentuale dei vaccini” come stanno facendo la maggior parte dei partner europei; ma d’altra parte è altrettanto certo che – almeno sul nostro territorio – le campagne di vaccinazione faticano a far presa sulla popolazione.



Guardando all’anno scorso – dato che per il 2024 sono appena partite – le vaccinazioni raggiunsero “solo un italiano su cinque”, confermando (e peggiorando) il trend che va avanti dal 2021 quando si raggiunse una “copertura del 65% tra gli anziani [e del] 24% nella popolazione generale” che Bassetti ricollega alla “paura del Covid” e alla necessità di distinguere rapidamente i sintomi di uno o dell’altro virus: “Passata la pausa ecco che la percentuale crossa intorno al 18% della popolazione generale”, con un calo tra gli anziani al “50%” che quest’anno rischia di aumentare ulteriormente.



Matteo Bassetti: “Il vaccino contro l’influenza serve ad evitare complicazioni gravi”

La ragione per cui in Italia il vaccino per l’influenza fatica a prendere piede secondo Bassetti – però – non è collegata esclusivamente alla fine della paura pandemica, ma anche (e forse soprattutto) al fatto che “durante la pandemia i medici venivano ascoltati“, mentre oggi si dà soprattutto ascolto “ai Dottor Google, i medici non medici”; peraltro portando avanti anche l’idea – “falsa”, sottolinea l’infettivologo – che spesso le dosi vaccinali scarseggiano, quando in realtà ci sono e “si possono fare anche in farmacia“.

Secondo l’infettivologo, vaccinarsi è importante soprattutto per “evitare che la sindrome arrivi dai virus influenzali A e B“, oltre ad evitare – in generale – “ricoveri e giorni lontano dal lavoro” e le sempre importanti “complicazioni” che possono arrivare a causare “polmoniti” e diverse malattie “cardiache o gastrointestinali”; il tutto al contempo difendendo “gli ospedali” dall’ormai tradizionale “assalto” invernale.