Matteo Bassetti, vittima nei giorni scorsi dell’ennesimo attacco da parte dei no vax, ha parlato, nel corso della puntata di Zona Bianca trasmessa domenica 19 giugno, dell’ondata di odio da cui è stato travolto durante la pandemia di Covid-19. “Mi hanno aggredito, tirandomi del ghiaccio alle spalle. È un gesto da vigliacchi e codardi, perché se fossero coraggiosi lo farebbero faccia a faccia”, così l’infettivologo ha commentato il brutto episodio vissuto mentre si trovava con la moglie e alcuni amici in un locale a Santa Margherita Ligure.



Non si tratta, però, della prima volta che accade. Sia di presenza sia sui social network, dove il professore viene costantemente insultato e minacciato da coloro che non la pensano come lui nelle tematiche relative alla sanità. “È da un anno che denuncio e aspetto che qualcuno venga perseguito. Mi sento di ringraziare i Carabinieri, che a loro volta sono delle vittime, ma dal punto di vista della magistratura non è accaduto nulla. Io mi sono sentito spesso solo. L’unica cosa che mi dà soddisfazione è il fatto che la forza dell’insulto è inversamente proporzionale al grado di cultura delle persone”.



Bassetti: “La nostra società vive di odio”. Gli attacchi subiti dai no vax

Matteo Bassetti, come spiegato nel corso della puntata di Zona Bianca, non ritiene però che il problema siano unicamente i no vax. “La nostra società vive di odio. Il vaccino è soltanto un pretesto, che a volte si trasforma nell’estetica e nel cibo”, ha commentato in riferimento a quanto accaduto nei giorni scorsi a Vanessa Incontrada e ad altre donne vittime di bodyshaming. “Queste persone sono odiatori sociali, che provano rancore per chi ha successo e va in televisione”.

È per questo motivo che l’infettivologo ha delle proposte per fare sì che le persone si sentano maggiormente responsabilizzate nell’utilizzo dei social network. “Basterebbe far sì che si ci possa registrare esclusivamente con la carta di identità o un altro documento. A ogni profilo una persona vera. Così quando si insulta qualcuno il destinatario sa chi è il mittente e si possano prendere dei provvedimenti”, ha concluso.