Non si placa lo scontro a distanza tra Bassetti e Galli che ha parlato di “reparto invaso dalle nuove varianti” Covid tale da portare a chiedere di chiudere tutto. Una tesi smontata oggi anche dallo stesso ospedale Sacco che ha diffuso dati del tutto in contrasto con l’allarme lanciato da Galli. E ad intervenire è stato nuovamente il prof Bassetti attraverso una intervista a iNews24: “Un conto è dire di fare un lockdown, un altro è dire di fare attenzione nelle prossime settimane”, ha commentato in risposta alle parole dell’esperto dell’ospedale Sacco di Milano. “Se Galli ha un problema, proponga alla Regione di fare un’immediata zona rossa nella sua area”, ha poi aggiunto. Errato, quindi, ipotizzare un lockdoen generale di un mese a livello nazionale: “Perfino il colore di una regione è sbagliato, le misure vanno prese a livello locale”, ha commentato Bassetti.
Ulteriore replica di Bassetti a Galli è arrivata attraverso la propria pagina Facebook come riporta anche Il Giornale. Il direttore della Clinica malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova ha asserito: “Ho appena finito di vedere tutti i pazienti ricoverati qui nel mio reparto al San Martino, come faccio ogni giorno da oltre un anno. Abbiamo anche qualche caso di varianti inglesi, che non rappresentano la maggioranza”. Quindi ha proseguito: “I pazienti con queste varianti hanno un andamento clinico come tutti gli altri senza particolari differenze. Trovo importante vigilare sul problema varianti, ma non terrorizzare la gente. Questa è la differenza tra chi fa il medico in corsia e chi si considera o è considerato esperto dalla stampa e dalla politica, ma pazienti non ne ha visti e non ne vede”, con un evidente nuovo affondo a Galli. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
SCONTRO A DISTANZA TRA BASSETTI E GALLI
Querelle a distanza fra il professor Matteo Bassetti, infettivologo del San Martino di Genova, membro della task force anti covid della Liguria, e il professor Massimo Galli, dell’ospedale Sacco di Milano. Nella giornata di ieri il medico meneghino ha raccontato di avere l’ospedale pieno di pazienti con varianti covid, e al sentire tali parole Bassetti ha replicato così: “Se c’è un reparto a Milano pieno di varianti del Covid, c’è bisogno di una zona rossa immediatamente a Milano“.
Dichiarazioni rilasciate quest’oggi in diretta su La7, in occasione del programma L’aria che tira: “Ho sentito dire che c’è un reparto a Milano pieno di varianti del covid – ha spiegato – quel reparto deve chiedere alla Regione Lombardia di fare immediatamente una zona non rossa, bordò, deve far chiudere le scuole e usare mascherine FFP2. Faccio parte della task force della Regione Liguria – ha proseguito – se succedesse qui, andrei dal presidente della Regione Giovanni Toti e gli chiederei di limitare la circolazione del virus”.
BASSETTI REPLICA A GALLI E AGGIUNGE: “NO AL LOCKDOWN TOTALE”
Bassetti ha poi aggiunto, sottolineando come sia importante applicare delle misure diverse a seconda della zona: “La sua realtà è diversa dalla mia e da quella di altri, non si può prendere una misura unica, nazionale, per tutti. Perfino il colore di una regione è sbagliato, le misure vanno prese a livello locale. Se i numeri di Galli sono reali, la Regione Lombardia deve oggi stesso chiedere la zona rossa”. Il professore di Genova si dice quindi contrario ad un lockdown totale su base nazionale: “Non capisco questa accelerazione degli ultimi giorni. Abbiamo fatto uno studio nazionale che ci ha permesso di scoprire quante varianti ci sono, ma è probabile che esistessero già mesi fa. La domanda è: possiamo permetterci il lockdown nazionale di un mese? E la risposta deve essere della politica. Io, da tecnico, dico che prima di arrivare alla chiusura totale ci sono soluzioni intermedie che consentono da una parte, di preservare l’aspetto sociale ed economico, dall’altra di organizzare la situazione dal punto di vista sanitario”. Bassetti ricorda come dobbiamo “convivere” con il virus, attraverso il sistema “stop and go: “quando le cose non vanno bene, chiusura con un lockdown locale, poi la riapertura”.