Matteo Bassetti, direttore del reparto Malattie Infettive del San Martino di Genova, e membro della task force anti covid della Liguria, è convinto che l’Italia debba ripensare quasi completamente la propria sanità quando l’emergenza coronavirus sarà finita, e servirà quindi un vero e proprio “Piano Marshall” per ricostruirla: “Necessitano investimenti negli ospedali con potenziamento dei posti di terapia intensiva – le sue parole ai microfoni di InsideOver – aumento dei posti letto di medicina interna ma anche investimenti in personale sanitario, in formazione e sulla medicina territoriale. Necessitano anche investimenti infrastrutturali per gli ospedali”.
“Ci vuole un nuovo piano Marshall per la sanità che guardi da oggi fino ai prossimi 10 anni – prosegue Bassetti – va ripensata completamente cercando di ascoltare le regioni con un coordinamento centrale da parte del Ministero”. Secondo il professore di Genova, l’Italia ha comunque retto bene il peso del catastrofico ciclone covid: “Per gli investimenti che ha il sistema sanitario secondo me ha retto fin troppo bene. Noi abbiamo assistito tutti quelli che hanno avuto bisogno di essere assistiti e abbiamo creato posti letto”
BASSETTI: “A LIVELLO REGIONALE UN LAVORO CHE HA SODDISFATTO LA DOMANDA”
Un applauso in particolare alle regioni: “Io credo che il lavoro fatto soprattutto a livello regionale sia stato un lavoro per la maggioranza delle Regioni, con uno sforzo enorme che secondo me ha soddisfatto la domanda”. Bassetti ricorda poi come il sistema sanitario sia stato “pesantemente depauperato” negli scorsi anni, ma nonostante ciò “E’ riuscito ad affrontare un’emergenza sin troppo bene – ribadisce – nonostante il disastro degli investimenti di questi ultimi anni nel settore sanitario, il sistema ha retto bene rispetto agli altri settori”. Per il futuro serviranno comunque “tanti miliardi” per ridisegnare una sanità che “deve essere più vicina al cittadino”, eliminando le distanze fra ospedale e territorio: “Questi devono diventare un tutt’uno – conclude – devono essere due sistemi complementari e non mutualmente esclusivi”.