Matteo Bassetti torna a sottolineare le nette differenze fra il covid del 2022 e il covid del 2020, in un’intervista concessa ai microfoni del quotidiano La Verità. “In due anni – racconta il direttore di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova – la scienza ha fatto enormi progressi”, fra il virus del 2020 e quello di oggi c’è “una differenza tutta clinica. Prima di tutto strutturale. Chiamiamola genetica e biochimica. Il virus ha subito centinaia di mutazioni. Quello del 2020 non trovava anticorpi. Ed entrava come se fosse in autostrada dentro i polmoni. Oggi si concentra sulle tonsille. E in più trova anticorpi. Coloro che sono solo vaccinati. Coloro che sono guariti. Chi oltre alla guarigione ha fatto la vaccinazione. Le forme gravi si vedono ancora ma nei pazienti immunodepressi (leucemici, trapiantati, oncologici). Ma questo è sempre successo. Anche con normali virus influenzali. Nel 2020 su cento malati ne vedevi anche venti con malattie polmonari gravi. Oggi con Omicron lo 0,1% è già tanto”.
Matteo Bassetti punta anche il dito nei confronti del ‘tamponificio’, definendolo “completamente sbagliato”, e aggiungendo “oggi abbiamo creato il piccolo chimico del 2020. L’altro giorno abbiamo fatto 600.000 tamponi”, “tutti cercano il Covid e magari arrivi all’ospedale con una polmonite devastante da streptococco e sei però positivo al Covid. Ma è lo streptococco che devi curare non il Coronavirus. L’unica ricerca che facciamo è Covid sì/no dimenticando tantissime altre malattie infettive. Con letalità che vanno dal 4% al 10%. Se il tampone è negativo non è che non hai niente. Semplicemente non hai il Covid”.
BASSETTI: “LA QUARTA DOSE LA DEVONO FARE GLI OVER 80”
La chiusura è dedicata alla quarta dose di vaccino, che secondo Bassetti dovrebbe essere riservata solo ad over 80 e fragili: «Gli over 80, vale a dire i più fragili, avrebbero dovuta farla nella prima parte del 2022. Così non è stato. L’informazione ha parlato di altro. La guerra, ad esempio. È su di loro che dobbiamo concentrarci. Di over 80 con tre dosi in terapia intensiva ne vediamo eccome. E pensare oggi di proporre la quarta dose a tutti mettendo sullo stesso piano il sessantenne sano con il novantenne bronchitico cronico, cardiopatico e cortisonizzato è profondamente sbagliato. In più dobbiamo essere chiari: farsi la quarta dose non significa non aver bisogno dei richiami annuali. Non vedo affatto l’urgenza a luglio di vaccinare con la quarta dose persone che abbiano meno di 80 anni».