Il professor Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, storce il naso di fronte all’annuncio del ministro della salute Speranza, circa l’avvio dal primo dicembre della somministrazione delle terze dosi per la fascia di età 40-60 anni. Secondo lo stesso Bassetti si sta agendo con troppa celerità: “L’annuncio del ministro della Salute Roberto Speranza che dal 1 dicembre si partirà con la terza dose per la fascia 40-60 anni mi pare una fuga in avanti – le sue parole ai microfoni dell’Adnkronos – nel senso che siamo sicuri che entro quella data abbiamo vaccinato tutti gli over 60 e i fragili?”.
Secondo il medico genovese, con questa roadmap c’è il rischio di creare una sorte di psicosi da terza dose: “Aprire ora ai 40enni che si sono vaccinati molti ad agosto, quindi al primo dicembre non saranno passati ancora i sei mesi, non vorrei che finisse per creare la psicosi della terza dose. Non sono così sicuro che i 40enni abbiano bisogno già a dicembre del richiamo, le priorità rimango gli over 60 e i fragili”. Sempre nella giornata di ieri Bassetti ha parlato anche ai microfoni di iNews24 e in quell’occasione ha ribadito il fatto che, se non si dovesse raggiungere la soglia del 90 per cento dei vaccinati, a quel punto bisognerà adottare il modello Austria. “Noi medici – le sue parole – diciamo che bisogna vaccinare più persone possibili. Alla politica spetta il compito di capire come arrivarci”.
BASSETTI: “GREEN PASS OBBLIGATORIO DA ESTERNDERE ALLE ATTIVITA’ RICREATIVE”
Il camice bianco ribadisce inoltre il concetto dell’estensione dell’obbligo del green pass, il passaporto vaccinale “almeno per le attività ricreative. Non solo ci metterebbe ancor più in sicurezza, ma incentiverebbe una parte di persone che manca per arrivare al 90% dei vaccini. Secondo me è una cosa che andava fatta da subito per determinate attività. In situazioni di cui si può fare a meno come al ristorante, al bar, al cinema, a teatro, allo stadio o nei luoghi della movida, dovrebbe poterci andare solo chi è vaccinato o guarito. Diverso è il caso del posto di lavoro, dove va bene presentare il Green pass sia col tampone sia col vaccino”.