Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie Infettive dell’ospedale policlinico “San Martino” di Genova, è intervenuto nella serata di martedì 27 luglio 2021 ai microfoni di “In Onda” per commentare le proteste di piazza contro il Green Pass, che, a suo giudizio, rimane lo strumento migliore di persuasione in chiave vaccinale, visto che in Italia non si erano ottenuti risultati tanto positivi in termini di adesione in tutte le settimane precedenti alla decisione assunta dal Governo Draghi.



“Bisognerebbe evitare di arrivare al muro contro muro, con manifestazioni di piazza che non aiutano nessuno – ha asserito l’esperto –. Gli USA dicono che la tua libertà di non vaccinarti finisce nel momento in cui inizia la mia libertà di non ammalarmi. Molti no vax pretendono un certo tipo di libertà, ma allora è giusto anche che vi sia libertà per le persone fragili o che non si possono vaccinare”.



MATTEO BASSETTI: “VACCINO SPERIMENTALE? FALSO, TRENT’ANNI DI STUDI SULLA TECNOLOGIA A MRNA!”

Matteo Bassetti, nel prosieguo del suo intervento a “In Onda”, ha sottolineato la falsità dell’affermazione secondo cui i vaccini non siano vaccini, sottolineando che la tecnologia a mRna risale addirittura al 1990 e la Biontech è stata fondata nel 2008. “Stiamo parlando di una tecnologia che conoscevamo e su cui lavoravamo da tempo. Proprio grazie a questa tecnica si è fatto un vaccino e chi oggi dice che non è un vero vaccino, dice una bestialità. Questa è una grande fake news su cui dobbiamo lavorare. Nella realtà il vaccino ha 30 anni. Le tempistiche? Il ponte di Genova l’abbiamo fatto in un anno, non è che quel ponte è meno sicuro…”.



Matteo Bassetti ha concluso dicendo che dovremo necessariamente convivere con il virus, mettendo una croce definitiva su lockdown e chiusure, manifestando il proprio dispiacere nel sentire che le persone che hanno volute aprire tutto, siano le prime a essere contrarie al Green Pass. “Abbiamo una banca dati in cui noi ricercatori pubblichiamo gli esiti, la ricerca deve essere un orgoglio del nostro Paese: sono troppo pochi gli investimenti nella ricerca universitaria e scientifica”.