“Sono stati diagnosticati quattro casi al momento, dobbiamo vedere se ce ne saranno altri non diagnosticati”: così ha esordito Carlo Perno ai microfoni di Oggi è un altro giorno. Riflettori accesi sul vaiolo delle scimmie, dunque, il virologo è netto: “Non ci dobbiamo preoccupare più di tanto. Noi questi virus li abbiamo sempre avuti tra di noi, ora l’attenzione maniacale derivante del Covid ci porta a stare attenti su tutto. Ma questo non significa che sia una cosa nuova o pericolosa per l’uomo”.



“Questo virus circola nel mondo normalmente, in Africa ci sono grandi quantità di casi che per i bambini africani può diventare pericoloso, perchè malnutriti o affetti da altre malattie. Nelle persone sane è una patologia banale”, ha tenuto a precisare Carlo Perno nel corso del suo intervento ai microfoni di Serena Bortone: “I casi sono tutti sotto i 50 anni, guarda caso tutti quelli che non hanno fatto la vaccinazione”. (Aggiornamento di MB)



IL GIUDIZIO DEGLI ESPERTI SUL VAIOLO DELLE SCIMMIE

Il professor Bassetti è tornato a parlare del vaiolo delle scimmie in collegamento stamane con il programma di Rai Uno, Uno Mattina: “L’atteggiamento più corretto è quello di essere preoccupati giustamente ma senza paura ne allarmi. E’ una forma che si limita da sola senza terapia, dopo un paio di settimane queste lesioni scompaiono senza avere postumi o problematiche. Preoccupa questa diffusione, oggi sono a 18 i Paesi interessati, c’è stato un aumento del 40% in un giorno e siamo arrivati a circa 170 casi nel mondo. Rispetto al passato, quando le infezioni erano legate solo ad un solo cluster, oggi quello che non siamo in grado di fare è collegare un caso con l’altro. Sembra quindi aver fatto un passaggio che è quello della diffusione globale”. Poi Bassetti ha aggiunto: “Il 50% della popolazione mondiale è già vaccinata e c’è già un vaccino pronto. Non è il momento di una vaccinazione di massa ma qualora si deciderà”.



In collegamento con Uno Mattina anche il professor Pregliasco, che ha parlato invece della recrudescenza dei virus, tenendo conto anche della diffusione della Peste suina: “I cinghiali non hanno predatori, si sono insediati in contesti urbani e da l’ la possibilità di contatto, sono pochi casi ma anche questi inquietano in quanto in contesti territoriali diversi. Qui per fortuna non c’è malattia clinica ma l’effetto è devastante in termini di produzione ed allevamento. L’approccio della salute globale deve tenere conto di una combinazione fra le ricerche e le istituzioni veterinarie e quelle umane e credo che la pandemia da covid ci ha meglio preparato a queste nuove possibilità”. Bassetti ha ripreso la parola: “Mi aspetto l’innalzamento dell’attenzione per evitare quanto accaduto con il covid, se i cinesi avessero alzato l’attenzione forse non avremmo avuto la pandemia. Tutti i governi e i sistemi sanitari devono essere sensibilizzati, bisogna isolare casi, fare esami specifici e i dati messi in comunione a livello globale. Non alzare il livello oggi vorrebbe dire pentircene nelle prossime settimane, ma ciò non vuole dire fare allarmismo ma stare sul pezzo. I virus ritornano? Noi abbiamo voluto chiudere troppo presto il libro delle malattie infettive, ma questi problemi c’erano già primi ed oggi c’è un interesse diverso dal punto di vista mediatico. Torniamo ad occuparci di malattie infettive anche a grandi livelli, nel mondo muoiono molte più persone di malattie infettive rispetto alle altre malattie, e solo con un approccio tutti insieme che possiamo combattere questo fenomeno”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

BASSETTI: “VAIOLO SCIMMIE? CASI AUMENTERANNO IN FRETTA. NON SARÀ COME IL COVID”

Matteo Bassetti ha parlato del vaiolo delle scimmie ai microfoni di “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele, nella mattinata di oggi, martedì 24 maggio 2022. Secondo l’infettivologo ligure, “il motivo che preoccupa oggi è che i casi non stanno crescendo in un singolo Paese o in una singola città. Sono 18 le nazioni coinvolte e questo significa che il virus si sta diffondendo tra persone diverse. Non è il caso di allarmare la popolazione: in questo momento abbiamo oltre 170 casi, che sono cresciuti di circa un terzo in appena 24 ore e sono destinati ad aumentare ulteriormente”.

Tuttavia, “non dobbiamo pensare però di essere di nuovo di fronte al Covid. I casi di vaiolo delle scimmie non portano a delle forme gravi, il 50% della popolazione mondiale è già vaccinato contro il vaiolo e, nel caso, il vaccino c’è già, ma non è ancora il caso di parlare di vaccinazione di massa contro il vaiolo. Calma e gesso”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)

MATTEO BASSETTI: “VAIOLO DELLE SCIMMIE? 3 ANNI FA NON NE AVREMMO PARLATO”

Il professor Matteo Bassetti, primario di malattie infettive del San Martino di Genova, è stato ospite ieri sera in collegamento di Quarta Repubblica per parlare dei casi di vaiolo delle scimmie, che continuano ad aumentare. Secondo il noto camice bianco bisognerà attenzionare la situazione ma senza alcun allarme: “Il problema è anche di opinione pubblica – esordisce Bassetti nel tal show di Nicola Porro – negli ultimi 40 anni abbiamo pensato che occupandoci di tumori, di malattie cardiovascolari e di malattie metaboliche risolvessimo la salute dei cittadini e abbiamo chiuso troppo presto il libro delle malattie infettive. Dico questo perchè questo fenomeno che certamente merita attenzione, fosse capitato tre anni fa probabilmente nessuno se ne sarebbe occupato come stiamo facendo, prime pagine dei giornali… cosa vuol dire questo? E’ un fenomeno a cui porre attenzione, abbiamo tanti casi in paesi diversi, nel passato avevamo tanti casi ma dalla stessa origini, qui è difficile metterne in relazione uno con l’altro”.

Poi Bassetti ha aggiunto: “Questo è un virus che colpisce gli animali, scimmie, primati, roditori e altro, passava già all’uomo in passato ma la caratteristica di oggi è che passa con contatto diretto da un uomo all’altro, quindi non solo c’è stato lo spill over, ovvero il passaggio di specie, ma una volta avvenuto il salto di specie si trasmette da un uomo all’altro e questo è motivo di preoccupazione. Quello che non deve preoccuparci è che al momento le forme sono molto lievi, non hanno neanche bisogno di una terapia, dopo 10 giorni la pallina del vaiolo va verso l’evoluzione crostosa e poi si guarisce. Diventa un problema se diventa endemico, ovvero, presente contemporaneamente in molte parti del mondo e rischia di diventare una delle tante malattie infettive che affronteremo”.

BASSETTI: “DUE GROSSI VANTAGGI COL VAIOLO DELLE SCIMMIE RISPETTO AL COVID”

Bassetti ha poi sottolineato anche due importanti differenze fra il vaiolo delle scimmie e il covid: “Rispetto al covid abbiamo un grande vantaggio: il virus è già conosciuto, è stato isolato per la prima volta del 1958, e poi abbiamo già vaccini attivi, se no avremo modo di vaccinare chi ha bisogno. Non è da pensare ad una vaccinazione di massa domani, magari gli operatori sanitari non vaccinati o delle categorie rischio. Parte dei contagi sembra provenire da rapporti sessuali quindi potrebbe essere importante vaccinare chi ha rapporti promiscui”.

“E’ importante non allarmare però – conclude Bassetti – essere giustamente preoccupati, ma noi dobbiamo essere preoccupati, non i cittadini, per far si che i casi non crescano e limitare i contagi. Si deve rimanere in isolamento un po’ più a lungo rispetto al covid in quanto ha un tempo di incubazione un po’ più a lungo”.