Il professor Matteo Bassetti, primario di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, è stato ospite stamane in collegamento di Morning News e nell’occasione ha parlato dell’autunno covid che ci aspetta: “Ci sarà un aumento dei contagi covid insieme all’influenza, in Australia c’è stata una stagione influenzala importante e loro anticipano rispetto a noi. Avremo la variante Centaurus che piano piano prenderà il sopravvento ma non dobbiamo preoccuparci, i Paesi che l’hanno già avuta non hanno registrato aumento di ospedalizzazioni e decessi. Siamo un Paese ultra-vaccinato e nel 2022 abbiamo avuto 30 milioni di infezioni, possiamo affrontare il prossimo autunno in maniera ottimistica. Se a fine settembre avremo milioni di persone contagiate avremo persone con tampone positivo ma non hanno niente a che fare con i contagi del 2020 e del 2021, oggi la malattia è completamente diversa grazie a vaccini, cure e conoscenze. Si sta facendo polemica sulla gestione del covid ma nel 2020 sfido chiunque a poter curare questo virus, oggi chi non sa curarlo è invece un ignorante”.



Bassetti ha poi parlato nuovamente di Centaurus: “E’ una sottovariante della Omicron 2, è più contagiosa, non sembra dare forme più gravi, quindi darà mal di gola, naso che cola, febbre, tosse, dura mediamente meno rispetto a quanto durasse il covid, ha una durata di 3 o 4 giorni, poi ovviamente c’è qualcuno a cui dura di più”.



BASSETTI: “VACCINAZIONE RACCOMANDATA A FRAGILI E OVER 65”

Sulla vaccinazione in vista dell’autunno Bassetti spiega: “Bisogna raccomandare la vaccinazione a chi ha più di 65 anni e chi è fragile, come facciamo per l’influenza, gli altri se vogliono si vaccinano, è un’opportunità. Non dimentichiamoci che il vaccino è stato creato per il virus di Wuhan e se non avessimo avuto le varianti non sarebbero servite terza e quarta dose, se avessimo il virus iniziale i vaccini avrebbero stra-funzionato”.

Chiusura dedicata alle polemiche di questi giorni in merito alle cure domiciliari iniziali per il covid: “La terapia domiciliare è stata fatta dall’inizio con farmaci antiinfiammatori come cortisone, ibuprofene, ketoprofene, aspirina, lo abbiamo sempre fatto e continuiamo a farlo, è una polemica sterile, è chiaro che il protocollo “Tachipirina e vigile attesa” si poteva evitare, dopo di che il problema in quella fase è stato che i malati non venivano visitati, non era il farmaco ma l’attesa dei malati. Da febbraio a maggio 2020 medici a casa dei pazienti ne sono andati molto pochi per una serie di cose. Spero che non si crocifigga un atteggiamento sbagliato, noi medici e sanitari ci siamo fatti in quattro per curare tutti, chi punta il dito contro di noi è contro il nostro Paese è grave”.