All’indomani di un difficile 25 aprile che ha visto un’aggressione ai danni della Brigata Ebraica e che ha visto i vari esponenti della sinistra misurarsi sui chi è più vicino all’antifascismo (con le ormai classiche polemiche sulla premier Meloni che si rifiuta di dirsi, appunto, ‘antifascista’), il filosofo Massimo Cacciari ha ragionato su queste dinamiche sulle pagine della Stampa. Il punto di partenza del suo pensiero è chiaro: “Richiamarsi all’antifascismo non basta” perché essendo il “valore fondante della nostra Costituzione” secondo Massimo Cacciari dovrebbe portare alla costruzione “di una casa che sta in piedi”, mentre la nostra “scricchiola, è sbilenca”.



In generale, secondo il filosofo, l’antifascismo “non è un programma politico” e, soprattutto, “non può sostituirlo, non può diventare una foglia di fico per coprire la vuotaggine delle proposte [politiche] sull’oggi“. Prima di articolare il suo ragionamento, però, Massimo Cacciari fa anche una breve digressione sulla posizione della premier Meloni, sottolineando che secondo lui “dovremmo smetterla di chiedere pentimenti” perché “Giorgia Meloni non è responsabile delle leggi razziali, non si può chiedergliene conto”.



Massimo Cacciari: “Antifascista sarebbe ridurre le tensioni in Ucraina ed evitare la guerra mondiale”

Tornando al punto iniziale, il filosofo si ricollega alla Costituzione, che alla sua base ha l’antifascismo, ma al contempo “promette la riduzione delle diseguaglianze sociali, il rispetto dei diritti delle persone, il ripudio della guerra come strumento per risolvere le controversie tra i popoli”: tutti obiettivi che secondo Massimo Cacciari non sono neppure vicini dal venir realizzati. “Per questo”, spiega, “dico che fermarsi all’antifascismo e chiedere abiure generazionali è un modo per non parlare di oggi, la foglia di fico appunto”.



Analizzando quei punti che ha citato, pone l’accento in particolare sulla guerra in Ucraina, per la quale (seguendo la logia antifascista della nostra Costituzione) occorre “trovare una soluzione di pace invece di [alimentarla]. L’opposizione al nazifascismo fu anche opposizione a ideologie che avevano la guerra come programma e l’annientamento dei popoli come pratica”, mentre secondo Massimo Cacciari “non stiamo andando in questa direzione”.

Per scongiurare una nuova guerra mondiale, secondo il filosofo, il primo passo da fare è quello di accorgercene, perché “continuiamo a vivere nella beata illusione di essere al centro del mondo“, mentre in realtà “non è più così. I Paesi emergenti stanno unendo le forze” e, spiega Massimo Cacciari, “stanno diventando loro il centro del mondo mentre noi continuiamo sulla nostra strada lasciando che si moltiplichino le contraddizioni che fanno da detonatore a nuove guerre”.