Guai in patria per Batistuta: il “Re Leone” è stato accusato di sfruttamento dai suoi dipendenti. Il sindacato dei lavoratori agricoli sostiene che l’ex attaccante di Fiorentina e Roma abbia mantenuto i dipendenti in condizioni disumane nelle sue proprietà terriere a Reconquista. Lì è tornato dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, restando lontano da Buenos Aires, dove torna solo per interviste e partecipazioni a programmi tv. In quella regione dell’Argentina dove è nato e cresciuto ci sono due grandi ricchezze: agricoltura e allevamento. Quindi, Batistuta ha investito molto nella produzione di capi bovini, la nota carne argentina ammirata e gustata in tutto il mondo.



Ma José Voytenco, potente segretario della Uatre, sindacato dei lavoratori rurali argentini, sostiene di aver trovato nei campi dell’ex calciatore almeno 7 lavoratori sottoposti a ritmi e condizioni disumane. «I peones sono sottoposti a giornate di lavoro estenuanti, non sono ben alimentati, non hanno indumenti adatti, non gli vengono pagati gli straordinari: una situazione inammissibile, non importa chi sia il proprietario», ha tuonato Voytenco, secondo cui quotidianamente si registrano situazioni irregolari in un settore che conta fino al 70% di lavoratori sottopagati o informali.



“RELAZIONE ISPEZIONE COMPLETAMENTE FALSA”

Batistuta però respinge tutte le accuse che sono state mosse contro di lui. Su Twitter ha pubblicato le foto delle abitazioni fatte costruire per i lavoratori della sua azienda. «Abbiamo anche una scuola con pannelli solari, i nostri impiegati sono in regola, abbiamo un medico del lavoro e una diplomata in sicurezza e igiene dell’industria bovina, che verifica le condizioni di tutta l’azienda. Come è possibile che ci accusino di non adempiere agli obblighi stabiliti dalla legge?», ha replicato l’ex attaccante argentino. Così sui social è partita una campagna in suo favore, la questione poi è diventata anche politica, con una spaccatura tra peronisti e antiperonisti.



Da un lato il governo e i sindacati, dall’altro il popolo delle campagne. Buenos Aires contro il resto dell’Argentina, una costante nella sua storia, che però ora coinvolge uno dei suoi idoli calcistici. Batistuta si è difeso anche ai microfoni di radio La Red, una delle più seguite in Argentina: «Sono stanco di questo trattamento. È vero che c’è stata un’ispezione da parte dei sindacati, ma la relazione che hanno diffuso è completamente falsa. Nelle mie proprietà i lavoratori sono trattati nel rispetto della legge e dei contratti collettivi di lavoro. Non possiamo tollerare la menzogna e la calunnia».

“NON FACCIO COSE STRANE PER FARE L’IMPRENDITORE”

In effetti, come riportato da La Stampa, nella storia del sindacato Uatre e di Voytenco non mancano ombre. Il segretario ha ricevuto molte denunce di corruzione per la gestione persoalistica dei fondi sindacali. Due mesi prima del congresso l’autista del suo principale rivale alla guida del sindacato, Pablo Ansaloni, è stato ucciso a sangue freddo dal suo principale rivale, quindi Ansaloni si è fatto poi da parte. Secondo i fan di Batistuta, l’ex calciatore sarebbe solo una vittima eccellente dei metodi discutibili dei sindacati argentini. Lui comunque tira dritto, forte dell’appoggio della gente di Reconquista e delle campagne argentine. «Io lotto contro il concetto che devi fare cose strane per poter continuare a fare l’imprenditore in questo Paese. Ho scommesso sul nostro Paese nei momenti più difficili, sfidando le peggiori crisi economiche. Sono stato educato con i valori del sacrificio e del lavoro, mio padre è conosciuto per questo nella nostra regione», ha aggiunto Batistuta. Questa vicenda, dunque, è dolorosa per lui: «Ma non sarà mai sufficiente per farci mollare».