Franco Battaglia, che è stato professore di Chimica nelle Università della Basilicata, di Roma Tre e di Modena, in un articolo pubblicato sulle colonne del quotidiano La Verità, ha commentato il dramma vissuto in Emilia Romagna in queste ore a causa del maltempo, che ha causato 14 vittime. Il motivo dei danni provocati dai fenomeni meteorologici avversi, secondo l’esperto, non può essere ricondotto al cambiamento climatico.



A tal proposito, ha puntato il dito contro l’ideologia green su cui alcune forze politiche stanno spingendo da alcuni anni. “Secondo i Verdi, la causa delle inondazioni e anche della siccità, è l’immissione in atmosfera di CO2, in conseguenza dell’uso che facciamo di carbone, petrolio e gas. Per evitarle vi sarebbe una soluzione che ripetono da quando son nati: realizzare la transizione energetica e soddisfare il nostro fabbisogno al 100% con l’energia dal sole. La cosa è impossibile, per ragioni tecniche che essi non riescono a comprendere”, ha scritto.



Battaglia: “Stop ideologia green”. Il parere dell’esperto sul cambiamento climatico

Franco Battaglia, da parte sua, sostiene che i fenomeni di questo tipo ci siano sempre stati, anche ben prima che venissero a dismisura utilizzati petrolio, carbone e gas, che secondo gli ecologisti sono alla base del cambiamento climatico. “Senza andare ai tempi di Noè, i Verdi dovrebbero guardare le serie storiche delle inondazioni in Italia e nel mondo: scoprirebbero che nulla c’è di diverso oggi dal passato sia per frequenza che per intensità. Nel settembre 1557, a Palermo, ci fu una inondazione che causò 7.000 morti e, a distanza di pochi giorni, Firenze ne subiva un’altra simile”, ha sottolineato.



È per questo motivo che servono provvedimenti diversi rispetto alle auto elettriche e i pannelli solari. “Il denaro del Pnrr dovrebbe essere tolto dalle voci ‘transizione energetica’ e dovrebbe essere allocato alla voce governo delle acque e, in particolare, alla creazione di invasi in alta montagna, che è dove si ha il maggior contributo di precipitazioni. Bloccare le acque lì avrebbe tre benefìci: raccogliere acqua e averla così pronta da distribuire, per semplice gravità, alle attività che la richiedono, principalmente quelle agricole; ridurre le disastrose piene; evitare che preziosa acqua vada sprecata”, ha concluso.