Sulle colonne del quotidiano “Avvenire”, in edicola oggi, si registra l’intervento di Pierangelo Sequeri circa la questione battesimo, che tanto sta facendo discutere in queste ore dopo la decisa presa di posizione di Papa Francesco. L’autore dell’articolo, che si dice concorde con quanto decretato dal Pontefice, aggiunge la seguente riflessione: “La potenza, la bellezza, l’incantamento dell’azione di Cristo che si concentra nei sacri misteri chiederebbero una cura affettuosa, intelligente, fine e creativa. Perché l’azione sacramentale del Signore dovrebbe essere restituita alla sensibilità fine di un incontro insostituibile. Per noi, per tutti. Non ci sono ancora segni convincenti del fatto che siamo risoluti a intraprendere questo nuovo cammino verso la trasfigurazione del Signore. Di tutto, perciò, abbiamo bisogno, eccetto che di infantili improvvisazioni e di arbitrarie manipolazioni del canone liturgico. Rivestirlo di grazia e di umanità, per restituirlo al ‘tocco’ del Signore, dobbiamo. Leggere di più il Vangelo dei suoi atti e dei suoi contatti, per imparare come si fa. E chiudere con gli espedienti dei gruppi di autocoscienza comunitaria”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
BATTESIMO: LA FORMULA “NOI TI BATTEZZIAMO” NON È VALIDA
Papa Francesco
conferma in pieno la tradizione della Chiesa in merito al battesimo: nell’ultimo “responsum” reso noto dalla Congregazione per la Dottrina della fede si ribadisce che il battesimo è valido solo nel caso in quei viene rispettata appieno la formula dottrinale del Sacramento. Di contro dunque, non è valido il Battesimo amministrato con una formula arbitrariamente modificata e quanti lo hanno ricevuto in questo modo devono essere battezzati “in forma assoluta”. È molto netto l’intervento voluto da Papa Francesco e confermato dalla Congregazione dopo la presentazione di due quesiti in merito alla validità presunta del Sacramento conferito con la formula «A nome del papà e della mamma, del padrino e della madrina, dei nonni, dei familiari, degli amici, a nome della comunità noi ti battezziamo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo». Quel “noi ti battezziamo” non è ritenuto valido dalla Chiesa Cattolica e non è solo per una mera questione linguistica, ma è la Dottrina che viene chiamata in causa per quella formula: è lo stesso Dicastero ad osservare dopo il “responsum” di Papa Francesco dello scorso giugno, che «la deliberata modifica della formula sacramentale era stata introdotta per sottolineare il valore comunitario del Battesimo, per esprimere la partecipazione della famiglia e dei presenti e per evitare l’idea della concentrazione di un potere sacrale nel sacerdote a discapito dei genitori e della comunità, che la formula presente nel Rituale Romano veicolerebbe».
BATTESIMO, RESTA LA TRADIZIONE
In realtà quando si battezza un bambino accogliendolo nella comunità cristiana «è Cristo stesso che battezza, è lui il protagonista dell’evento che si celebra»: la nota della Congregazione per la Dottrina della Fede specifica poi, citando la Sacrosanctum Concilium, come i genitori, i padrini e l’intera comunità «sono chiamati a svolgere un ruolo attivo, un vero e proprio ufficio liturgico, ma questo, secondo il dettato conciliare, comporta che ciascuno, ministro o fedele, svolgendo il proprio ufficio, compia soltanto e tutto quello che, secondo la natura del rito e le norme liturgiche, è di sua competenza». Secondo Papa Francesco modificare di propria iniziativa la forma celebrativa di un Sacramento «non costituisce un semplice abuso liturgico, come trasgressione di una norma positiva, ma un vulnus inferto a un tempo alla comunione ecclesiale e alla riconoscibilità dell’azione di Cristo, che nei casi più gravi rende invalido il Sacramento stesso». Per questo motivo qualora fosse verificata tale formula inappropriata il bambino dovrebbe essere battezzato una seconda volta con formula assoluta e legata alla Tradizione: «Coloro per i quali è stato celebrato il Battesimo con la suddetta formula devono essere battezzati in forma assoluta», si legge nel responsum dottrinale con la replica del Papa che risuona «affermativamente». La nota del Dicastero si conclude con una netta e chiarissima citazione di Sant’Agostino dal Trattato sul Vangelo di San Giovanni: «Battezzi pure Pietro, è Cristo che battezza; battezzi Paolo, è Cristo che battezza; e battezzi anche Giuda, è Cristo che battezza».