Bauli, fatina uccisa nella pubblicità: è polemica

Ancora polemiche per uno spot della Bauli. L’ultima pubblicità ha attirato le attenzioni di vari telespettatori e di alcune associazioni, che hanno alzato un polverone per una presunta istigazione alla violenza. Lo sport dell’azienda dolciaria, infatti, mostra una famiglia riunita a tavola per la colazione. In mezzo c’è una fatina, che cerca di trasformare la brioche con la sua bacchetta magica. La fatina non è ben gradita dalla famiglia, che a turno cerca di ucciderla, prima con le mani, poi con un martello e infine con un guantone da box.



La “violenza” nei confronti della fatina non è piaciuta e il risultato è stato simile a quello della pubblicità del meteorite, che colpisce in pieno la mamma. L’azienda è stata accusata di incitare alla violenza e addirittura al femminicidio. La nuova campagna di comunicazione è realizzata dall’agenzia Connexia insieme alla casa di produzione Mercurio e pianificata da Phd Media. Da anni, Bauli comunica con i telespettatori con pubblicità divertenti e irriverenti e questo sport segue a pieno il filone.



Proteste dopo lo sport Bauli: la fatina…

Il nuovo spot della Bauli ritrae la famiglia, intenta a fare colazione intorno al tavolo, quando compare una fatina vivace e sorridente, che vuole trasformare la brioche, farcendola. I genitori e i bambini, appena svegli, non apprezzano la vivace irriverenza della fatina, anzi, rispondono male e tentano di ammazzarla. La magia nel trasformare il Buondì non funziona, perché “la vera magia risiede proprio in Buondì Motta, la colazione golosa e leggera per eccellenza… “fata” già così”, come si legge nello sport dell’azienda dolciaria.



Come spiegato a Engage da Riccardo Catagnano, Executive Creative Director di Connexia, “L’ironia caratterizza ormai da tanti anni il tone of voice della comunicazione di Buondì Motta all’interno di messaggi che sono chiari e forti ed arrivano facilmente al cuore del pubblico. Questo è qualcosa che ha sempre accompagnato il brand: comunicare attraverso spot che in qualche modo ricalcassero momenti di vita reale, in cui gli italiani possono facilmente riconoscersi e magari ridere un po’ di sé stessi. Pensiamo ad esempio agli spot sulla “deficienza artificiale”, o quelli sul complottismo, fino a quest’ultimo sulla “magia” del momento della colazione”.