Ancora coincidenze, troppe coincidenze, molte per essere un caso. Nello scorso appuntamento riportavamo tre fattori economici che potrebbero catalizzare l’attenzione nei prossimi mesi: Pil, fiducia dei consumatori e indice Pmi manifatturiero. A questi “condizionamenti economici” affianchiamo quest’oggi altri tre “elementi finanziari” che devono ancor più far pensare poiché strettamente rappresentativi del cosiddetto sentiment (attuale) di mercato: andamento crescente del prezzo dell’oro, rendimento in continua diminuzione del Treasury statunitense e infine il più sintetico e ormai richiamato più volte indice Vix.



Nel corso di questi ultimi giorni stiamo assistendo a una vera e propria “correlazione emotiva” tutta orientata a perseguire un veloce raggiungimento di uno stato di maggior tutela in ottica di ripartizione tra asset class: il livello dei corsi del “bene rifugio” per eccellenza (l’oro) ha segnato nuovi massimi dell’anno con una rivalutazione YTD superiore ai diciotto punti percentuali. Un dato significativo in ottica di prezzo è quanto emerge nei confronti del proprio storico: la quotazione di oggi, ci riporta a un lontano ieri, ossia in corrispondenza dei valori dell’aprile 2013.



Sul fronte delle mercato obbligazionario, prendendo in considerazione il decennale americano quale sinonimo di ulteriore strumento difensivo, si registra un forte calo dei rendimenti (a causa dalla crescita dei prezzi dello stesso sottostante): l’aver violato al ribasso la soglia dell’1,50% vede il proprio simile nell’ottobre 2016. Un dato che rafforza l’ipotesi di una vera e propria corsa ai ripari tenuto conto del crollo avvenuto rispetto ai massimi dello scorso novembre: una flessione di oltre il 50% (dal precedente 3,30%).

E infine riportiamo – come già accaduto nei nostri recenti interventi – l’attuale valore dell’indice Vix: con il superamento della soglia dei 22 punti siamo nuovamente ritornati ai livelli di inizio anno.



Come detto e argomentato le coincidenze si stanno man mano incrementando. Tutto questo deve far pensare (molto), preoccupare (abbastanza), agire (doverosamente). L’attuale scenario – per tutti coloro che ci hanno seguito – non desta alcuna preoccupazione. Il vero e proprio unico pensiero estivo potrebbe essere quello di poter valutare un eventuale riposizionamento in chiave long sul mercato azionario. Viste le condizioni riportate, è lecito domandarsi quali potrebbero essere i vantaggi di tale scelta. Al quesito c’è solo una risposta: acquistare quest’oggi significherebbe “battere” i gestori di fondi equity. Essendo quest’ultimi ancorati al loro mandato (verosimilmente fully invested) avranno (nella maggior parte dei casi) accusato il colpo nel corso delle ultime sedute. Al contrario, acquistando invece sulle attuali debolezze, il rendimento che si andrebbe a conseguire risulterà migliore rispetto a quello dei singoli money manager.

Per tale argomentazione l’eventuale buy è sconsigliato; competere con il mercato e/o con gli attori che ne fanno parte non è uno scopo “profittevole” in ottica di gestione del proprio patrimonio personale. Nessuno si complimenterà con lo scafato investitore mentre in molti (a partire da noi stessi) saranno coloro che giudicheranno la pessima scelta in caso di perdita. Capita spesso di confondere il mezzo con il fine: nel money management “il mezzo” è rappresentato dal mercato e dai suoi moltissimi strumenti a disposizione. “Il fine” – il nostro fine – trova concreto riscontro nel conseguire un risultato che sia adeguato alle nostre aspettative. Il voler rincorrere i prezzi mediando al ribasso o – al contrario – il non voler chiudere una posizione in perdita perché ritenuta “certamente” corretta, ma “momentaneamente” sfortunata, sono i più semplici errori di natura cognitiva in cui un investitore può incappare.

Il nostro intento è quello di “in-formare” (e non solo “informare”) tutti i lettori: per conseguire tale scopo, il primo elemento al quale noi stessi crediamo fortemente, è la prudenza. Al tanto decantato e accademico lungo periodo ci si arriverà solo attraverso una costante ricerca di risultati di breve termine.

Volutamente – in questa sede – non abbiamo trattato quanto sta accadendo in Italia: la crisi di Governo che ha preso forma nel corso delle ultime ore sta ulteriormente surriscaldando questo periodo agostano. Come già argomentato, anche il “caso Italia” potrebbe rappresentare un’occasione di acquisto (tenuto conto del ribasso sul mercato domestico) e quindi appare spontaneo chiedersi se vale la pena prendere posizione. A questa ipotesi (perché tale si tratta) dedicheremo un focus nel prossimo consueto approfondimento di inizio settimana.

I mercati finanziari offrono sempre opportunità: non solo in estate poiché l’investimento non ha stagioni.