Auguri di buon lavoro a Christine Lagarde che il primo novembre ha preso la presidenza della Bce. Mario Draghi le ha lasciato un’impostazione super-espansiva di politica monetaria che, pur ben motivata dai rischi recessivi e di deflazione dell’Eurozona, ha provocato la ribellione dei Paesi nordici rigoristi. Due le critiche. Comprare titoli di debito delle euronazioni in combinazione con tassi zero per aumentare la liquidità a basso costo provoca l’aberrazione destabilizzante di interessi negativi per le obbligazioni emesse dalle nazioni più solide nonché per i depositi bancari. Non è certo che inondare di liquidità un sistema economico ne spinga la crescita, in particolare se la liquidità stessa trova ostacoli di trasmissione al mercato, per esempio la mancanza di fiducia che ora si vede nei dati. Infatti, se il clima economico è freddo per troppa incertezza, la massa di liquidità si congela e non circola.
Ma Draghi non poteva fare altro in base al mandato della Bce di tenere l’inflazione poco sotto il 2% – ora è all’1% circa – che tentare di reflazionare il sistema con metodo d’emergenza nonché segnalare agli eurogoverni che la produzione della fiducia è un loro compito e non della politica monetaria. Vero, ma le nazioni nordiche insistono sulla priorità del rigore e quelle meridionali stanno aumentando il debito. Pertanto Lagarde avrà la priorità di ricompattare la direzione multinazionale della Bce ed è probabile che per riuscirci dovrà mettere un limite e un termine alla politica super-espansiva di Draghi, anche per motivi tecnici: un sistema finanziario a tassi negativi è destinato a implodere.
Per l’Italia questo è un enorme problema. La protezione indiretta della Bce del suo debito ne calmiera i costi, ora sui 60 miliardi. Se verrà ridotta il costo aumenterà, pesando sul bilancio statale con rischio di insostenibilità, perché senza l’ombrello Bce il mercato finanziario pretenderà un premio maggiore di rischio per comprare titoli di un Paese a crescita zero, confermata dalle scelte non stimolative del Governo, e debito crescente.
Una soluzione ci sarebbe: la Bce compra debito italiano e di altri con problemi di indebitamento crescente, tra cui la Francia, ma non quello di Germania e altri con finanza pubblica in ordine, azione che potrebbe evitare distorsioni. Se non questo, comunque ci vorrà un compromesso. Pertanto gli auguri a Lagarde, che è figura più politica che tecnica, inviati dall’Italia sono molto sinceri.