La Bce sta spingendo per favorire l’unione dei mercati europei, una borsa con listini comuni considerata necessaria perchè al momento, come sostiene Christine Lagarde: “C’è troppa frammentazione rispetto a quanto invece avviene negli Usa“. Perchè il sistema caratterizzato da numerose borse nazionali a lungo termine può indebolire ulteriormente le finanze, ed un mercato borsistico unito con condizioni non differenziate potrebbe diventare attrattivo per gli investitori. Nell’ipotesi di fusione c’è il rafforzamento del progetto Euronext che riunisce le borse valori, e come afferma la presidente Bce: “Potrebbe diventare presto la nostra Wall Street, senza propendere per una bandiera“.
Tuttavia, fino ad oggi, come sottolinea anche il quotidiano La Verità, questo non è stato possibile perchè c’è stata sempre la prevalenza di Parigi ed Amsterdam come due poli principali considerati più attrattivi degli altri. Altro nodo critico sarebbe quello del capitale di rischio, che risulta essere pari solo ad una piccola frazione in confronti a quello degli Usa, e questo invece potrebbe diventare punto di forza per sostenere più finanziamenti alle imprese, per completare gli obiettivi di politica green.
Bce, Lagarde vuole definire unione dei mercati entro marzo, si cerca accordo comune di vigilanza
Christine Lagarde, presidente della Bce, in occasione della plenaria del Parlamento Europeo chje si è tenuta ieri a Strasburgo, ha sottolineato l’importanza di portare avanti il progetto comune di unificazione dei mercati e dei listini. Una trasformazione che rafforzerebbe il potere economico dell’Europa attraendo gli investitori e che contribuirà al sostegno degli obiettivi green. Gli sforzi concentrati a promuovere l’unità però, fino ad oggi sono stati abbastanza fallimentari, perchè è difficile centralizzare la vigilanza sui mercati.
Specialmente per la grande diversità di vedute, come ha affermato il presidente dell’Eurogruppo Paschal Dononhoe al quotidiano Bloomberg, spiegando che L’Ue vuole definire l’unione dei mercati di capitali entro marzo, ma che difficilmente si troverà un accordo in merito ai criteri di vigilanza. Nonostante ci sia un volere comunque quindi, non c’è però ancora chiarezza sulle modalità. Il Ministro francese delle finanze ha avanzato l’ipotesi di un prodotto di risparmio europeo volontario, ma, come ha commentato Christian Lindner, ministro dell’economia della Germania: “C’è bisogno che l’unione dei mercati proceda a una velocità comune a tutti e 27 gli Stati e non a più velocità“