Solo due giorni fa 100 economisti europei hanno inviato una lettera-appello alla Banca Centrale Europea tramite 9 testate giornalistiche (in Italia ad Avvenire) per iniziare a discutere seriamente della possibilità, seppur remota, di cancellare il debito pubblico degli Stati europei. Una mossa “shock” che porrebbe l’Europa davanti alla ripartenza con quell’enorme fardello in meno per molti dei Paesi membri (Italia in primis, ndr): oggi al “Journal du Dimanche” la presidente BCE Christine Lagarde replica a tono escludendo nella maniera più assoluta la proposta dei 100 economisti, tra i quali Laurence Scialom, Thomas Piketty e Gaël Giraud.



Cancellare i debiti dei Paesi «è inconcepibile e sarebbe una violazione del trattato europeo che vieta strettamente il finanziamento monetario degli Stati»; non solo, per l’ex n.1 del FMI «Questa regola costituisce uno dei pilastri fondamentali dell’euro e bisognerebbe discutere piuttosto su quali settori investire e come incidere sulla spesa pubblica». L’esatto opposto di quanto propongono insomma gli altrettanto autorevoli economisti: «Cancellare i debiti pubblici detenuti dalla BCE per facilitare la ricostruzione sociale ed ambientale post-pandemia. Dobbiamo a noi stessi il 25% del nostro debito. Se rimborsiamo questa somma, dovremo trovarla altrove prendendola nuovamente in prestito per far girare il debito invece di investirla oppure aumentando l’imposta oppure abbassando la spesa».



DEBITO DA CANCELLARE? IL “CASO” DRAGHI

Secondo la Lagarde se invece che concentrarsi sulla cancellazione del debito, si “spendesse” l’energia per aprire un dibattito sull’utilizzo di questo stesso debito, «sarebbe molto più utile. A cosa sarà destinata la spesa pubblica? In quali settori del futuro investire? Questo è l’argomento essenziale oggi». Insomma, l’ipotesi per aggiungere “potenza di fuoco” all’Europa dopo il piano di acquisti dei titoli di Stato sembra essere tramortita sul nascere anche se l’avvento in Italia di Mario Draghi alla guida del Governo potrebbe “accendere” una flebile speranza per quantomeno riconcepire la “pazza idea” del debito cancellato. Scrivono infatti nella loro lettera-appello Piketty & Co. «Tutte le istituzioni finanziarie a livello mondiale possono deliberare una rinuncia ai loro crediti – e la Bce non fa eccezione – d’altro canto, il temine ‘annullamento’ non figura né nel trattato né nel protocollo sul sistema europeo delle banche centrali (Sebc). Potrebbe dunque essere interpretata come contraria allo spirito del trattato, ma non si potrebbe esser detto lo stesso una misura oggi molto ben accettata come il Quantitative Easing voluto da Mario Draghi». Del resto è stata la stessa Lagarde nell’intervista alla rivista francese a ribadire come il suo predecessore alla guida della BCE è «un’opportunità per l’Italia e per l’Europa. Draghi ha tutte le qualità richieste, la competenza, il coraggio, l’umiltà necessaria per rilanciare l’economia italiana con il sostegno dell’Europa».

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