La Banca Centrale Europea ha preso una decisione che si tradurrà nell’aumento del costo del denaro e nel rialzo dei costi per chi vuole accendere un mutuo oppure un prestito. La BCE ha infatti deciso, dopo 11 anni, di aumentare i tassi di interesse di riferimento. Chi vuole accedere a mutuo a tasso variabile si troverà a fronteggiare l’aumento del parametro Euribor, che a partire da inizio mese è passato da -0,51% al -0,26%. Anche il parametro a tre mesi, tenendo conto del tasso benchmark per i mutui a tasso variabile, ha registrato un aumento da -0,18 a +0,13. In futuro quindi l’Euribor si adeguerà ai nuovi valori scelti dalla BCE e come conseguenza ci si attende un aumento sempre più marcato nelle rate variabili.



I mutui a tasso fisso sono invece legati a un altro parametro denominato Irs, per un periodo di riferimento generalmente fissato a 20 anni. L’Irs ha superato il 2% nel mese di giugno ma ha sfiorato anche il 2,5%. A questo parametro si sommano anche lo spread richiesto dalla banca di riferimento e l’aggiunta delle spese di un mutuo, che rendono il tasso fisso solitamente più costoso rispetto al tasso variabile.



Aumentano i tassi per mutui e prestiti, le simulazioni e le prospettive

Il Corriere della Sera stima infatti che in media le migliori offerte a 20 anni vedono il tasso fisso attestarsi al 3,10% contro lo 0,97% del variabile. Uno scenario simile è ipitizzato anche a 30 anni, con il fisso stimato al 3,08% contro l’1,08 del variabile. I costi dei mutui sembrano in ogni caso destinati ad aumentare, non soltanto per effetto della decisione della Banca Centrale Europea ma anche per la possibilità che le banche scelgano di aumentare i propri spread. In ogni caso, chi sceglie il tasso variabile vedrà ricalcolato il parametro ogni mese, mentre il tasso fisso prevede che il calcolo sia effettuato una sola volta, prevedendo l’eventualità di surrogare il mutuo.



Anche gli oneri legati ai prestiti dovrebbero aumentare in seguito al rialzo operato dalla BCE. Al momento, PrestitiOnline evidenzia che a fine giugno il taeg si attestava in media al 6,7%. Aumenti anche per i prestiti di liquidità, che nelle scorse settimane hanno raggiunto anche il 9,5%.