Più o meno ovunque nell’Eurozona si attende con sempre più impazienza la prima riduzione dei tassi d’interesse da parte della BCE, dopo i 10 rialzi dell’ultimo anno che sono serviti (con successo) a contenere la spinta inflazionistica: l’economista ed ex direttore (dal 2004 al 2011, prima di Draghi) della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet è convinto che il taglio arriverà attorno a giugno, confermando a Repubblica che “i mercati probabilmente non sbagliano”. Non solo, perché secondo l’economista la BCE procederà al ribasso dei tassi “prima della FED” visto che ogni mese “si amplia il divario fra l’inflazione americana e quella europea”.



Soffermandosi sul tema dell’inflazione, Jean-Claude Trichet precisa che “l’Eurozona si avvicina di più” all’obiettivo del “2% sul medio termine”, segnando una positiva media del “2,4% a marzo“, mentre “negli Stati Uniti il target sembra allontanarsi dato che l’inflazione era scesa fino al 3,1% in novembre, ma poi è risalita fino al 3,5%“. Dati che si ripetono più o meno simili anche guardando alla core inflaction che è “il 2,9 in Europa e il 3,8 negli USA”: in tal senso Jean-Claude Trichet teme che “la FED [non] farà in tempo ad avviare i ribassi per fine anno“, ma è altrettanto positivo l’atteggiamento della BCE che pur non scoraggiando l’ipotesi di un taglio dei tassi a giugno, non si impegna “in nessuno modo” per completarlo prima del tempo.



Jean-Claude Trichet: “Il futuro dell’Europa è la federazione politica”

Ricollegandosi alle differenze tra USA ed Eurozona, l’economista ricorda che pur con un’inflazione ben superiore alla nostra ed altalentante, negli States (nel 2023) “la crescita del Pil è stata del 2,5% contro lo 0,4% dell’Europa”, segno (sempre secondo Jean-Claude Trichet) che “l’economia americana è più dinamica e gode di massicci programmi di sussidio all’industria” e di una “politica pubblica di bilancio decisamente più espansionista“. Ora, in Europa “bisogna spingere sulla crescita”, perché seppur “la BCE ha fatto un ottimo lavoro” con i tassi e l’inflazione, è importante che l’economia non diventi stagnante.



Andando, poi, oltre, Jean-Claude Trichet ritiene che nel futuro dell’Europa ci siano alcuni importanti passi da compiere (peraltro più volte ribaditi da diversi suoi illustri colleghi, come i nostri Draghi o Letta): “L’unione bancaria“, elenca, “il mercato unico di capitali”, ma anche uno sviluppo “nella diplomazia della sicurezza e della difesa”, per arrivare infine a completare “una vera e propria federazione politica“.