Il 25 ottobre di ogni anno, la Chiesa ricorda Beato Carlo Gnocchi, più conosciuto semplicemente come Don Gnocchi, un’importante figura del secolo scorso, presbitero, educatore e cappellano militare degli Alpini durante la II Guerra Mondiale, fu dichiarato Beato da Papa Benedetto XVI nel 2009. La sua vita è stata dedicata ai più giovani e ai bambini vittime delle guerre e, ancora oggi, la sua fondazione lavora per curare e assistere i bambini disabili a cui si sono aggiunti gli anziani.



La vita straordinaria di Beato Carlo Gnocchi: sempre al fianco delle vittime innocenti

Carlo nasce a San Colombano al Lambro, un piccolo paesino in provincia di Lodi, il 25 ottobre 1902 in una famiglia modesta, ultimo di 3 figli. Purtroppo in tenera età perde la figura paterna a causa di una malattia e, negli anni successivi, anche i due fratelli maggiori. Carlo si sposta con la madre a Milano e cresce in un ambiente molto devoto, frequentando con assiduità la santa messa nella piccola frazione di Montesiro. Qui conosce Don Luigi Ghezzi, che lo accompagna in tutto il suo percorso fino ai voti.



Viene ordinato sacerdote a soli 23 anni e inizia quello stesso anno a celebrare messa proprio a Montesiro. La vera vocazione di Carlo Gnocchi è però l’educazione dei giovani, dedicando molto del suo tempo all’oratorio. Proprio per la ormai nota e diffusa fama di educatore, il cardinale arcivescovo di Milano dell’epoca, Alfredo Ildefonso Schuster, lo sceglie nel 1936 come direttore spirituale del celebre “Istituto Gonzaga dei Fratelli delle Scuole Cristiane”.
La sua vita viene però stravolta dallo scoppio della II Guerra Mondiale e decide di partire come cappellano volontario per accompagnare uno dei battaglioni degli Alpini in territorio albanese.



Terminata questa prima missione, nel 1942 riparte verso il fronte russo, sempre al fianco degli Alpini. Con la fine della guerra, impiega tutte le sue energie per aiutare i feriti e i malati, raccogliendo le loro ultime volontà e viaggiando per tutta Italia per consegnarle ai familiari.  Inizia in questa fase anche le sue opere come attivista, aiutando gli ebrei a trovare rifugio in Svizzera, e scrivendo numerosi pezzi per la rivista clandestina Il Ribelle, venendo più volte arrestato. Decide di fondare un centro di carità, il Pro Juventate, per aiutare i più piccoli, duramente colpiti dal conflitto, ospitando dapprima gli orfani degli Alpini e, in un secondo momento, i mutilati e gli invalidi di guerra e civili.

Realizza inoltre una vasta rete di collegi presenti in tutta Italia e Centri di rieducazione per i bambini colpiti da poliomielite. Carlo Gnocchi muore il 28 febbraio 1956 a causa di un terribile tumore, ma anche in questo momento non si dimentica del prossimo, donando le proprie cornee per 2 giovani non vedenti, quando ancora la donazione degli organi non era regolamentata in Italia. Per circa 30 anni i suoi resti sono stati custoditi presso il Cimitero Monumentale di Milano, mentre oggi giacciono esposti sotto l’altare realizzato nel santuario in suo onore nel quartiere di San Siro a Milano.

Il processo di beatificazione e le celebrazioni degli Alpini

Dopo la sua morte, moltissimi fedeli hanno dichiarato di avere ricevuto delle grazie proprio per l’intercessione del sacerdote, così nel 2002 è dichiarato venerabile da Papa Giovanni Paolo II, mentre il 17 gennaio 2009 Papa Benedetto XVI lo proclama Beato. La figura del Beato Carlo Gnocchi è fortemente legata agli Alpini, tanto che ogni anno a Viterbo è organizzata un’importante ricorrenza per commemorare la sua morte, durante la quale le reliquie del Beato sono consegnate presso la chiesa di S.S Valentino e Ilario di Viterbo, e viene tenuta la messa solenne in presenza del vescovo. Questa occasione coinvolge autorità civili, militari e associazioni del centro Italia, con la presenza del Coro Polifonico e della Banda Musicale.

Gli altri Santi del giorno

Il 25 ottobre, oltre a Beato Carlo Gnocchi, la Chiesa celebra anche i Santi Daria e Crisante, martiri; San Crispino e Crispiniano di Soissons, martiri; San Gaudenzio di Brescia, vescovo; San Bernardo Calvò, vescovo di Vich; Beato Taddeo Machar, vescovo.