In occasione del 33esimo anniversario dell’omicidio di Rosario Livatino, il giudice “ragazzino” ucciso a colpi di arma da fuoco dalla mafia e proclamato Beato dalla Chiesa Cattolica, una delegazione del Consiglio Superiore della magistratura composta dal Presidente, Fabio Pinelli, e dai consiglieri Marco Bisogni, Felice Giuffré, Enrico Aimi, Antonino Laganà, Rosanna Natoli, si è recata ad Agrigento e Canicattì per commemorare la figura del magistrato scomparso, sui luoghi dell’agguato e nella cappella a lui dedicata.



Il vice presidente del Csm Fabio Pinelli per rendere omaggio, ha voluto deporre una Corona di fronte alla Stele, fatta erigere, il 20 settembre del 1994, sottolineando l’esempio di grande dedizione al sacrificio che rappresenta Livatino: “E’ un grande onore per noi del Consiglio superiore della magistratura essere qui, per ricordare la figura di una persona straordinaria che si è sacrificata per il Paese e che è entrata nella storia per la sua grande dedizione e disponibilità al sacrificio, fino alla morte. E’ un esempio di magistrato che va ricordato“. Subito dopo, la delegazione si è recata negli uffici giudiziari, per incontrare i magistrati nell’aula intitolata al giudice Beato,  accolta dal Presidente del Tribunale Piero Maria Falcone e dal Procuratore della Repubblica Giovanni Di Leo.



Commemorazione giudice Rosario Livatino, Fabio Pinelli: “Occorre rimettere in circolo la fiducia nella giustizia”

Il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Fabio Pinelli, nell’aula del Tribunale di Agrigento intitolata al giudice “beato” Rosario Livatino, ha espresso vicinanza ai magistrati che devono quotidianamente affrontare le difficoltà che servire lo Stato comporta, dicendo che “il CSM sta lavorando per velocizzare le procedure interne e grazie all’impegno di tutti i Consiglieri e della struttura, incidere positivamente sugli uffici giudiziari, che avranno risposte dal CSM, in tempi sempre più ragionevoli“. Successivamente spostatasi ad Agrigento, la delegazione di Consiglieri ha visitato la “stanza della memoria” dove sono conservati gli strumenti di lavoro di Livatino, la toga e suoi manoscritti.



Infine, l’intervento di Fabio Pinelli al convegno della fondazione Leonardo SciasciaA ciascuno il suo. La (impossibile?) fiducia nella giustizia“, durante il quale il vice presidente ha ribadito l’importanza dell’etica nella magistratura, sottolineando che “Solo recuperando la consapevolezza dell’obbligo di contribuire alla quotidiana costruzione della democrazia, pensando agli altri e non a noi stessi, recuperando il senso di comunità, essendo esempio di cittadini responsabili, potremo rimettere in circolo la fiducia di cui questo Paese ha bisogno“.