Beatrice Gilbo, figlia di Eleonora Brigliadori e di Claudio Gilbo, nelle passate ore ha pubblicato su Instagram un lungo post rendendo pubblica una lettera scritta al padre proprio nel giorno del suo compleanno ai tempi del Covid. “Buon compleanno a mio papà, non posso credere che l’ultima volta che ci siamo abbracciati era agosto 2019”, ha esordito, spiegando come da quasi due anni non riesce a vedere la sua famiglia. La pandemia l’ha messa nella condizione di porsi tutta una serie di domande, a partire dalle conseguenze che ciò ha portato non solo per la vita di molte persone ma anche per il tessuto sociale andato letteralmente distrutto. “Non essere più liberi di muoversi in questo mondo, non poter lavorare, non poter vedere i propri cari e salutarli nel momento della morte se muoiono in ospedale, non è più possibile leggere le espressioni sui volti delle persone che incontriamo senza una maschera”, ha notato Beatrice, continuando a chiedersi cosa stiamo davvero diventando. Cosa significa essere umano nel 2021? Se lo è chiesto anche la figlia della Brigliadori: “Dov’è la libertà di esistere?”.
A causa di un visto che tarda ad essere pronto, purtroppo la giovane sta sacrificando del tempo che avrebbe potuto trascorrere con le persone amate. Nel lungo post, infatti, Beatrice ha spiegato che a causa del Covid anche la burocrazia in Sudafrica, dove vive da 9 anni, si è bloccata e dunque l’acquisizione del suo permesso di soggiorno è attualmente in fase di stallo. Da qui il timore di non poter lasciare il Paese per paura di non potervi più farvi ritorno.
BEATRICE GILBO, FIGLIA ELEONORA BRIGLIADORI: LETTERA AL PADRE
Beatrice Gilbo ha proseguito la sua lunga lettera al padre con un ragionamento legato proprio a quello che stiamo vivendo a causa della pandemia. Per un secolo l’uomo, a suo dire, è stato abituato a credere di poter essere “sano” mangiando un certo tipo di cibo approfittando anche degli animali e del consumismo, ignorando però i problemi legati all’inquinamento o alla plastica. Abbiamo creduto di poterci curare, dice, “imbottendo il nostro corpo di farmaci e facendo un uso spropositato di antibiotici […] se si voleva curare la mente si dovevano usare antidepressivi, se si voleva avere ossa forti bisognava bere latte di mucca, bisognava consumare droghe per divertirsi”. Ma, come ha spiegato, sono solo state bugie che ci sono state inculcate da piccoli. “E così abbiamo intessuto il mondo di veri e propri veleni e poi ci stupiamo se c’è una pandemia che sta uccidendo i più deboli”, ha proseguito. “Le persone sono deboli perché hanno mer*a nel cervello e perché per anni, decenni, hanno condotto stili di vita sbagliati, senza alcuna etica nelle loro scelte, a parte da ciò che hanno deciso di mettere nel loro corpo e cervello”, ha aggiunto.
Siamo in casa per difenderci dal Covid ma poi beviamo alcol e riempiamo il corpo di tossine, oltre che riempire il cervello di spazzatura, ha continuato Beatrice, ribadendo come ciò che è veramente tossico è proprio la paura. Quindi la giovane si ritrova oggi nel mondo del post Covid a fare i conti con le conseguenze di una pandemia. Lei, di contro, ha ammesso di poter contare su una famiglia sempre presente nonostante la distanza. Infine ha concluso con una dedica rivolta al padre: “Forse un giorno tutta l’umanità si renderà conto che molti dei problemi che stiamo vivendo ora potrebbero essere risolti con due semplici rimedi che mi hai sempre insegnato crescendo “compassione e amore” in tutto ciò che facciamo, diciamo e pensiamo. più compassione e amore e meno ego. Sei sempre stato così con noi. ti amo alla follia, grazie di esistere”.
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